Lavoro: quali sono le categorie protette?
Non tutti i lavoratori sono uguali, infatti la legge italiana prevede che alcune persone con particolari problemi fisici, mentali oppure di tipo sociale possano godere di un trattamento più favorevole. Queste norme sono volte a tutelare i diritti umani delle persone e il loro diritto al lavoro, previsto tra l’altro dalla Costituzione, attraverso un sistema di tutele che incentiva le aziende alla loro assunzione. Vediamo quali sono le categorie protette riconosciute in Italia, come iscriversi e soprattutto quali sono le tutele offerte dalla legge.
Quali sono le categorie lavorative protette
La legge 68/99 è la normativa che regola e stabilisce i criteri per l’individuazione delle categorie lavorative protette in Italia, oltre a indicare gli obblighi delle aziende e specificare i diritti di questi lavoratori. Possono rientrare nelle categorie protette i lavoratori che rispondono ai seguenti requisiti:
- persone sordomute o non vedenti
- persone in età lavorativa con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, con minorazioni di tipo fisico, psichico o intellettivo
- persone invalide del lavoro con disabilità superiore al 33%
- invalidi di guerra e civili
- vittime di terrorismo o della criminalità organizzata
Come iscriversi nelle categorie protette
Per rientrare ufficialmente nelle categorie di lavoro protette, e godere dei privilegi offerti dalla legge, è necessario che la condizione prevista dalla normativa venga riconosciuta dall’ente preposto alla certificazione, come ad esempio l’Inail o l’Inps. Per poter essere inseriti nelle liste è necessario avere un’età compresa tra i 15 ai 65 anni.
Assunzioni obbligatorie per i lavoratori delle categorie protette
La normativa 68/99 prevede una serie di vincoli per le aziende, che sono obbligate all’assunzione di lavoratori rientranti nelle categorie protette, in base a una serie di parametri. Queste misure sono valide sia per le imprese private che per quelle pubbliche. Le aziende con più di 50 dipendenti devono avere almeno il 7% della forza lavoro composta da lavoratori delle categorie protette. Invece le imprese che hanno da 36 a 50 dipendenti devono assumere almeno due lavoratori, mentre le aziende con meno di 36 dipendenti, ma più di 15, almeno un lavoratore appartenente a una categoria protetta.
In quest’ultimo caso, cioè quello delle aziende con un numero di lavoratori compreso tra 15 e 35 dipendenti, la normativa si applica soltanto alle nuove assunzioni. Fanno eccezione i servizi di difesa, i corpi di polizia e quelli di protezione civile, ai quali l’obbligatorietà è applicata solo nei reparti amministrativi.
Lavori e categorie protette: come essere assunti
Le assunzioni per i lavoratori appartenenti alle categorie protette possono avvenire in due modi:
- chiamata diretta
- assunzione tramite i Centri per l’Impiego
Le aziende possono decidere liberamente di contrattare lavoratori delle categorie protette tramite assunzione diretta, oppure di partecipare alle convenzioni con i Centri per l’Impiego e delegare l’assunzione alle liste presenti presso tali enti. Per questo è consigliabile iscriversi sempre presso Centri per l’Impiego, rivolgendosi al centro provinciale più vicino di competenza.
Assunzioni di lavoratori di categorie protette: agevolazioni per le aziende
La normativa 68/99 prevede una serie di agevolazioni per le aziende che assumono lavoratori appartenenti a una categoria protetta. Si tratta di incentivi concessi d’accordo con l’articolo 13 della suddetta legge. In particolare è possibile ottenere una fiscalizzazione totale dei contributi previdenziali e assistenziali, valida per 8 anni sui lavoratori con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 79%, oppure con una minorazione di terza categoria.
Le aziende possono ricevere una fiscalizzazione parziale del 50%, valida per un periodo di 5 anni, per tutti i dipendenti assunti con una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 67 e il 79%. Inoltre i datori di lavoro possono richiedere un rimborso parziale, relativo ai costi di ristrutturazione del luogo lavorativo, per venire incontro alle esigenze delle persone con disabilità superiore al 50%.
Sanzioni e multe previste per le aziende
La legge 68/99 indica anche le possibili sanzioni previste per le aziende che non rispettano i loro obblighi. In particolare, qualora sanzionate, sono passibili di una multa amministrativa pari a 500€, più 25€ per ogni giorno di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie al rientro nei parametri di legge. Trascorsi 60 giorni l’importo della multa è raddoppiato, raggiungendo i 50€ per ogni giorno di ritardo. Gli organi preposti ai controlli sono gli enti provinciali del lavoro.