Calcolo rendimento BTP: come si fa? Ecco alcuni esempi!
I buoni del tesoro poliennali continuano ad essere una delle soluzioni di investimento più apprezzate dalle persone che non amano il rischio. Questi titoli di Stato vengono sempre inseriti tra i prodotti più sicuri perché il rischio di controparte è praticamente nullo (difficile che l’Italia arrivi al default): la restituzione del capitale è quindi garantita e poi ci sono le cedole. Ma come si fa il calcolo del rendimento dei BTP? Vediamo quali sono i dati da considerare e scopriamo come procedere facendo alcuni esempi.
Come si determina il rendimento del titolo: non solo interessi
I BTP si distinguono dalle altre tipologie di titoli di Stato per alcune caratteristiche. Solitamente si tratta di bond a media durata, anche se sul mercato si possono trovare titoli anche a 30. Il buono può essere ceduto anche prima della scadenza naturale (data in cui viene rimborsato il capitale investito) e gli interessi vengono riconosciuti al possessore del buono tramite il pagamento di cedole semestrali. Per poter fare il calcolo del rendimento dei BTP però non bisogna considerare solo il tasso di interesse proposto: ci sono alcuni aspetti che incidono (anche in modo sensibile) sul risultato finale.
Oltre al tasso di interesse, le variabili che devono essere inserite nella formula del calcolo del rendimento del BTP sono almeno quattro. Innanzi tutto ci sono le spese di acquisto, composte dalle commissioni di acquisto e dal costo dell’apertura del conto titoli. Bisogna poi tenere conto dell’aspetto fiscale, ovvero l’imposta sulla cedola, l’imposta sullo scarto di emissione e l’eventuale imposta sul capital gain, che grava sulle plusvalenze realizzate in caso di acquisto o cessione in date differenti rispetto a quelle di emissione e di scadenza.
Esempio di calcolo del rendimento di un BTP
Facciamo un esempio di calcolo del rendimento di un BTP. Il titolo prevede il pagamento di una cedola semestrale con un tasso di interesse nominale annuo del 3,00%. Il rendimento netto purtroppo non sarà mai pari a questa percentuale, perché ci sono tutte le variabili di spesa viste in precedenza. Nel momento in cui si acquista il titolo si devono pagale le commissioni, che di solito ammontano all’1,00%. Questo significa che se il buono è quotato 100, il suo prezzo finale sarà pari a 101.
Sugli interessi poi si pagano le tasse: l’aliquota prevista per i titoli di Stato è pari al 12,50%. Ciò significa che per avere il tasso netto bisogna togliere il 12,50% dal 3,00% (quindi si ha il 2,625%). Come visto, le tasse vengono applicate anche sullo scarto di emissione. Questo significa che sulla differenza tra il valore di rimborso ed il prezzo di emissione si paga il 12,50%. Se il BTP ha un prezzo di emissione di 99,00, bisogna applicare l’aliquota del 12,50 anche sull’1,00% (differenza tra 100 e 99). Anche per la tassa sul capital gain si applica la percentuale del 12,50%.
Insomma, sono tante le cose che devono essere considerate nel calcolo del rendimento dei BTP, ma per avere un’idea chiara del risultato finale si può utilizzare la seguente formula:
2 x C + [(R-P)/n] : (R+P)/2
C è l’importo della semestrale, P è il prezzo pagato quando è stato acquistato il titolo, R è l’importo che viene rimborsato a scadenza al netto delle imposte, n è il tempo (espresso in anni) che manca alla data di scadenza.