Smart Working Semplificato: arriva la proroga
La recente, ed ancora attuale emergenza sanitaria, ha sicuramente ridefinito la struttura del tradizionale lavoro d’ufficio introducendo, spesso obbligatoriamente, il concetto di smart working o lavoro agile. Nonostante in alcune aziende questa forma di lavoro flessibile fosse già adottata per brevi periodi di tempo, con la diffusione del Covid sono state molte le realtà che hanno dovuto fare i conti con i propri dipendenti costretti a lavorare da casa per via delle restrizioni in corso. In questo modo è andato prendendo piede il cosiddetto smart working semplificato.
Questo stabilisce che non sia necessario alcun accordo tra dipendente e azienda a patto che venga il rapporto lavorativo venga comunicato al Ministero del Lavoro attraverso l’apposita modulistica. Al momento tale forma di lavoro a distanza è stata prorogata fino al 31 dicembre 2021.
Lo Smart Working: genesi del fenomeno
Come già detto in precedenza, in realtà lo smart working non è una novità nel mondo del lavoro. Basti pensare ad aziende conosciute in tutto il mondo, come ad esempio il colosso Netflix, che applicavano il lavoro a distanza anche prima dell’emergenza sanitaria. Se da un lato quindi il Covid ha accelerato questo processo, che in molti paesi ancora faticava a raggiungere una certa diffusione, dall’altro in alcune parti del mondo era già una soluzione adottata per facilitare l’operato del lavoratore all’interno di una vera e propria politica aziendale di welfare. In realtà il lavoro agile comporta non soltanto dei vantaggi, come ad esempio la possibilità di lavorare completamente dalla propria abitazione eliminando o limitando al minimo gli spostamenti, ma porta con sé anche alcune difficoltà. Il suo successo come forma di lavoro inoltre non dipende solo dalle capacità dei singoli dipendenti a distanza, ma anche dalla capacità dell’azienda di fornire loro i giusti strumenti.
Smart Working o Telelavoro? Ecco le differenze
In realtà durante il periodo di restrizioni imposte dal Covid si è ricorso ad un modello di lavoro ibrido, a metà strada tra lo smart working vero e proprio e il telelavoro. Ma qual è esattamente la differenza tra i due? Lo smart working prevede che il lavoratore possa svolgere la propria attività a distanza senza che questa avvenga necessariamente in ambiente domestico, il che vuol dire che il lavoratore può scegliere di lavorare anche in altri ambienti diversi dalla propria abitazione; il lavoratore inoltre non è tenuto a seguire lo stesso orario di lavoro osservato in azienda. Nel telelavoro invece il dipendente è tenuto a svolgere la propria attività da una postazione fissa, generalmente la propria abitazione, rispettando gli stessi orari vigenti in azienda.
Vantaggi e svantaggi del lavoro agile
Con la diffusione del lavoro agile non è stato quindi difficile individuarne puntualmente vantaggi e svantaggi. I vantaggi legati allo smart working includono, oltre ad un nuovo modo di concepire l’attività lavorativa di azienda e dipendenti, anche la possibilità da parte del dipendente di essere più flessibile, coniugando meglio il lavoro e la vita privata, e in generale una maggiore produttività. Per quanto riguarda invece gli svantaggi non è possibile non sottolineare il fatto che molte aziende si siano trovate impreparate di fronte a questo cambiamento, che sia stata una pratica “imposta” più che “adottata” e che si verifichi una generale difficoltà nel controllo delle presenze.
Come rilevare le presenze dei dipendenti in Smart Working
Proprio alla rilevazione delle presenze e al controllo dei dipendenti si rivolgono i marcatempo portatili dotati di moderne tecnologie RFID. Si tratta infatti di tecnologie che, combinando le proprietà di localizzazione GPS alla trasmissione GPRS dei dati, permettono un controllo puntuale dei dipendenti che si trovano in smart working lontano dai locali aziendali, sempre garantendo la privacy del singolo lavoratore.