Calcoli TARI: ecco come si fanno e chi deve pagare la tassa per i rifiuti
Tra i vari tributi legati alla casa c’è anche la TARI, ovvero la tassa per i rifiuti. Introdotta ormai da diversi anni, ci sono ancora dei dubbi su chi debba effettivamente pagarla (soprattutto quando l’immobile in questione è in affitto o in comodato) e sul modo in cui vien determinato il suo importo. Scopriamo come si effettuano i calcoli TARI e quali parametri vengono presi in considerazione.
A chi spetta il pagamento della tassa per i rifiuti
Prima di tutto bisogna chiarire chi deve pagare la TARI. La Legge di Stabilità del 2014 ha provato a fare un po’ di chiarezza, indicando che il pagamento della tassa è di competenza del proprietario che risiede nell’immobile, dell’inquilino in caso di affitto e dell’utilizzatore in caso di comodato. Detta così sembra tutto molto facile, ma in realtà per quanto riguarda i casi di affitto, per stabilire a chi spetta il pagamento della TARI bisogna guardare la durata del contratto. Se il contratto infatti prevede una durata inferiore ai 6 mesi, il pagamento della tassa deve essere fatto dal padrone di casa; per contratti di durata superiore, la TARI dovrà essere pagata dall’inquilino.
Come si effettuano i calcoli della TARI
Quando arriva il bollettino per effettuare il versamento della tassa a volte ci si chiede come vengano fatti i calcoli della TARI. Prima di tutto bisogna ricordare che la tassa è composta da due parti, ovvero la quota fissa e la quota variabile; le regole di calcolo vengono stabilite dagli enti locali, che entro il 31 luglio di ogni anno devono adottare una delibera con cui rendono note tutte le tariffe relative alle varie tipologie di utenze e le eventuali agevolazioni; il tutto, ovviamente, deve essere nel rispetto delle linee guide dettate dall’ARERA.
I fattori che incidono sul calcolo della TARI sono molti: la superficie in metri quadrati, i dati catastali, la composizione del nucleo familiare, il periodo di riferimento, l’entità della quota fissa e della quota variabile, a cui si aggiunge la quota provinciale del 5%. Ma andiamo con ordine: la quota fissa viene determinata moltiplicando la superficie (espressa in metri quadrati) per il numero di persone che compongono il nucleo familiare che occupano la casa. Per i non residenti, il numero degli occupanti viene stabilito in base alla superficie (un occupante per superfici fino a 45 mq, due occupanti per superfici fino a 60 mq e così via).
La quota variabile, che è quella che serve per raccogliere le risorse da destinare al servizio di raccolta, di trasporto e di smaltimento dei rifiuti, viene determinata in base alla quantità di rifiuti prodotti. Questo dato viene calcolato su base presuntiva in relazione a quanto previsto dalle delibere, facendo la distinzione tra immobili ad uso domestico o non residenziale e immobili ad uso non domestico. I calcoli della TARI vengono fatti dal Comune, che poi invia i bollettini ai suoi contribuenti: la data di scadenza (come le modalità di calcolo) può cambiare da un Comune all’altro, ma di solito l’importo può essere pagato anche in tre rate.