Calcolo pensione inpdap: in che modo e chi può farlo? Chi eroga tale pensione?
Il tema delle pensioni è sempre uno dei più scottanti in Italia. Nel corso degli anni il sistema previdenziale è stato spesso oggetto di riforme e vere e proprie rivoluzioni e a volte sull’argomento si rischia di fare un po’ di confusione. I dipendenti pubblici, per esempio, potrebbero essere interessati a sapere in che modo viene effettuato il calcolo della pensione inpdap e chi, quando avranno lasciato il mondo del lavoro, erogherà il loro trattamento.
Come effettuare il calcolo della pensione Inpdap
Il calcolo della pensione inpdap, ovvero della pensione dei dipendenti pubblici, viene fatto sulla base del prelievo contributivo che è stato effettuato nel corso della carriera professionale in rapporto alla retribuzione erogata. Tuttavia, rispetto a quanto accade per i lavoratori privati, ci sono alcune regole diverse: ecco perché anche se l’istituto nazionale di previdenza e assistenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica non esiste più (le sue funzioni ormai da diversi anni vengono svolte dall’Inps) si continua ad utilizzare il termine pensioni Inpdap per distinguere il trattamento pensionistico riservato ai dipendenti pubblici da quello relativo agli altri soggetti.
L’ammontare dei contributi
Per prima cosa, dunque, è necessario capire a quanto ammontano i contributi pagati dai dipendenti pubblici. La base imponibile è rappresentata da tutte le somme che vendono percepite in relazione al rapporto di lavoro (anche le erogazioni liberali) e su di essa viene applicata un’aliquota pari al 33% per i dipendenti delle amministrazioni statali e al 32.65% per i dipendenti di enti locali e Asl. L’aliquota viene alzata di un punto percentuale per la parte di retribuzione che supera la soglia della retribuzione pensionabile: questo 1% in più non ha effetti sull’importo della pensione perché ha natura solidaristica.
Il sitema di calcolo
Una volta individuata la base imponibile si deve pensare al sistema di calcolo da adottare, che varia in base all’anzianità di servizio maturata dal lavoratore prima del 31 dicembre del 1995. A chi a quella data aveva già raggiunto i 18 anni di contribuzione si applica il calcolo retributivo per tutte le anzianità maturate fino alla fine del 2011; per quelle successive si applica il metodo contributivo. A chi a quella data ha accumulato meno di 18 anni di contribuzione si applica il metodo retributivo all’anzianità maturata fino alla fine del 1995, poi si applica il metodo contributivo. Per i dipendenti pubblici assunti dal 1996 si applica esclusivamente il criterio contributivo.
La modalità di uscita dal mondo del lavoro
Per effettuare il calcolo della pensione Inpdap bisogna tenere conto anche della modalità di uscita. Le opzioni sono infatti diverse: pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 di contributi), pensione di vecchiaia contributiva (71 anni di età e almeno 5 anni di contributi), pensione anticipata (almeno 41 anni e 10 mesi di anzianità per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini), pensione anticipata contributiva pura, Opzione Donna, Quota 100 o 102 (64 anni di età e 38 di contribuzione), pensione per i lavoro usuranti (almeno 35 anni di contributi), pensioni precoci (41 anni di contribuzione, di cui almeno 35 effettivi).
Il simulatore online per il calcolo della pensione Inpdap
Per effettuare il calcolo della pensione Inpdap il lavoratore ha la possibilità di sfruttare il simulatore online disponibile sul sito ufficiale dell’INPS, che da quando non esiste più l’Inpdap è l’ente che si occupa dell’erogazione dei trattamenti pensionistici anche per i dipendenti pubblici. Lo strumento permette di controllare i contributi versati, conoscere la data in cui si potrà accedere alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata, calcolare una stima dell’assegno mensile e del rapporto tra l’ultimo stipendio e la prima rata di pensione. Per utilizzare il servizio è necessario accedere al sito con Spid, Carta d’identità elettronica CIE o Carta nazionale dei servizi CNS.