Tariffario forense: ecco quali fattori considerare e come effettuare il calcolo
Nel corso del 2022 il Ministero della Giustizia ha emanato un decreto per modificare quanto previsto dal regolamento relativo alla determinazione dei parametri che concorrono alla quantificazione dei compensi per chi esercita a professione forense. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza e vediamo quali sono i fattori che vengono considerati quando si effettua il calcolo del tariffario forense.
I parametri del tariffario forense
Il calcolo della parcella di un avvocato viene effettuato sulla base di numerosi fattori. Parliamo di liberi professionisti, che nello svolgimento della loro professione in completa autonomia ed indipendenza hanno la possibilità di pattuire con i loro clienti il compenso relativo all’incarico ricevuto. L’avvocato deve fornire per iscritto al cliente tutte le informazioni relative alla parcella, indicando nel modo più analitico possibile tutte le voci che la vanno a comporre: non bisogna quindi tenere conto del solo compenso per il professionista, ma anche delle varie spese, e dei vari adempimenti a livello fiscale e previdenziale.
Se nel momento in cui viene conferito il mandato non vengono determinati gli onorari, in modo automatico saranno applicati i parametri del tariffario forense: esiste una tabella che disciplina la liquidazione dei compensi che spettano all’avvocato per l’attività svolta. I parametri forensi che determinano l’ammontare della parcella sono davvero tanti: si deve infatti tenere conto dell’autorità competente che deciderà sul giudizio e della materia oggetto del contendere, del valore della controversia, delle fasi del giudizio (si va da quella di studio fino a quella decisionale, passando per quella introduttiva e quella istruttoria).
Gli altri costi e i fattori per la determinazione dell’onorario
Ma non è tutto, perché come abbiamo detto in precedenza al compenso professionale vanno ad aggiungersi ulteriori costi. Tra questi è possibile menzionare il rimborso delle spese forfettarie (che il tariffario forense indica nella misura del 15% dell’onorario), le eventuali spese di trasferta (che il cliente deve versare nel caso in cui il giudizio abbia luogo in una sede che non coincide con quella in cui il professionista svolge la sua attività), i contributi per la Cassa Forense (l’aliquota è pari al 4%) e l’IVA, che si calcola al 22% non solo sull’onorario, ma anche sui contributi forfettari e previdenziali.
Conoscere i parametri previsti dal tariffario forense è importante ma per avere un’idea sull’entità della parcella bisogna tenere conto di alcuni fattori che riguardano la specifica causa in questione. Nella determinazione del suo onorario, infatti, l’avvocato deve tenere conto della tipologia di controversia e del suo valore, del livello di complessità della causa, del numero delle parti coinvolte, dell’esecuzione di mezzi probatori particolari e dell’eventuale definizione di accordi transattivi per raggiungere la risoluzione del giudizio.