Art 53 costituzione: che cosa dice? A chi interessa?
Al vertice della gerarchia delle fonti normative della Repubblica Italiana si trova la Costituzione, che è la legge fondamentale del nostro Stato. È composta da 139 articoli ed è suddivisa in quattro sezioni: la prima, che va dall’articolo 1 all’articolo 12, riguarda i Principi Fondamentali; la seconda (detta anche Parte Prima o Sezione I), che va dall’articolo 13 all’articolo 54, riguarda i Diritti e Doveri dei Cittadini; la terza (detta anche Parte Seconda) riguarda l’Ordinamento della Repubblica; la quarta e ultima parte è quella delle Disposizioni transitorie e finali. In questa pagina puntiamo i riflettori sull’art 53 della Costituzione: scopriamo di cosa parla e a chi può interessare.
Il contenuto dell’articolo 53: cosa dice?
Immaginiamo di aprire la Costituzione e di sfogliare fino ad entrare nella Sezione I, quella dedicata ai diritti ed ai doveri dei cittadini; verso la conclusione della sezione, e più precisamente al Titolo IV, c’è un articolo che introduce due punti cardine del nostro ordinamento tributario, ovvero la capacità contributiva e la progressività dell’imposizione fiscale. Ecco cosa dice testualmente l’articolo 53 della Costituzione della Repubblica Italiana:
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Andiamo ad analizzare meglio il suo contenuto.
L’analisi dell’art 53 Costituzione: a chi si rivolge e cosa stabilisce?
L’art 53 della Costituzione inizia con la parola tutti: questo significa che chiunque, quindi tutti gli italiani, ma anche gli stranieri e gli apolidi che risiedono in Italia, deve partecipare alle spese pubbliche tramite il pagamento delle imposte. In un certo senso c’è un richiamo agli articoli 2 e 3 della Costituzione stessa, in cui si fa riferimento ai principi di solidarietà e di uguaglianza di tutti i cittadini. Attenzione, però, lo stesso articolo 53 introduce un limite a questa partecipazione alle spese pubbliche: il cittadino deve contribuire in modo proporzionale a quella che è la sua possibilità economica (capacità contributiva).
E qui si entra nel campo della progressività. I cittadini devono pagare le imposte in relazione alle loro possibilità economiche: tradotto in parole povere significa che più è alto il reddito del cittadino e più alte saranno le imposte che dovrà versare. Introducendo il criterio di progressività si sottolinea la necessità di gravare maggiormente sulle classi più abbienti, con lo scopo di garantire diritti e servizi fondamentali (assistenza sanitaria, istruzione pubblica, previdenza sociale e così via) a tutti i cittadini. Piccola ma doveroso precisazione: i criteri della capacità contributiva e della progressività non esonerano neanche i cittadini più in difficoltà da quelle che sono le imposte indirette (si pensi per esempio all’IVA).