Assegni protestati: come funziona la procedura e come cancellare il protesto
Sarà capitato quasi a tutti di depositare un assegno in banca e di venire a conoscenza che tale assegno risulta scoperto, ovvero che la persona o l’azienda che l’ha emesso non dispone di un saldo sufficiente per coprire tale pagamento. Oppure di emettere a propria volta un assegno ma di aver fatto male i conti, ad esempio scrivendo una data errata che causa un incasso anticipato quando il saldo non offre ancora la giusta copertura finanziaria. Vediamo perciò cosa fare in caso di assegni protestati, qual è la procedura da seguire e come comportarsi in tali circostanze per cancellare il protesto.
Assegni protestati: di cosa si tratta
In condizioni normali quando si acquista un bene o un servizio ma non si vuole pagare con una carta di debito o di credito, una valida alternativa è quella dell’assegno. In questo caso si scrive l’importo e si riporta la scadenza a partire dalla quale il venditore potrà incassare l’assegno, ovvero la banca dell’acquirente potrà trasferire tale somma dal proprio conto corrente a quello della controparte. Ovviamente è necessario avere abbastanza liquidità per garantire il pagamento, altrimenti al momento dell’incasso della somma l’assegno diventerà scoperto. Quando si verifica una situazione del genere la normale procedura prevede il protesto dell’assegno, quindi l’avvio di un procedimento giudiziario seguito da un notaio nei confronti del debitore.
Naturalmente questa operazione non è immediata, poiché la banca entra in contatto con il debitore e lo informa immediatamente dell’accaduto, fornendo un tempo entro il quale sarà necessario provvedere alla copertura dell’assegno. Questo termine può essere di 8 giorni, nel caso di assegni emessi e incassati nello stesso Comune oppure di 15 giorni, se le due operazioni avvengono in Comuni differenti ma sempre all’interno dei confini nazionali. Se il debitore provvede entro i termini al versamento della liquidità mancante non viene avviata nessuna procedura nei suoi confronti, altrimenti l’assegno diventa protestato e il debitore viene segnalato ai Crif e alla Centrale di Allarme Interbancaria, CAI.
Come cancellare il protesto dell’assegno
Quando un assegno viene dichiarato protestato è possibile intervenire e pagare la somma dovuta entro 60 giorni dalla segnalazione. Tale pagamento può essere effettuato in banca versando nuova liquidità sul proprio conto corrente, oppure direttamente al creditore o infine davanti al notaio indicato per la gestione della pratica. Il protesto di un assegno è un fatto grave per il debitore, infatti la procedura di cancellazione è piuttosto laboriosa e lunga. Per cancellare un protesto bisogna effettuare una richiesta al tribunale dopo almeno 12 mesi dall’avvenimento, presentandola tramite il supporto legale di un avvocato esperto in materia. In alternativa è possibile attendere 5 anni, periodo dopo il quale il protesto viene cancellato automaticamente in assenza di ulteriori segnalazioni del genere a proprio carico.