Blocco amministrativo auto: cos’è, chi lo effettua e perché
Quando non si pagano i propri debiti con il fisco, si possono andare incontro a conseguenze davvero spiacevoli.
Se arriva una cartella esattoriale di Equitalia, e il debitore non provvedere a saldarla entro 60 giorni dalla notifica ricevuta, la legge prevede che scattino una serie di provvedimenti cautelari: si tratta di fermi sui beni del debitore, che vengono temporaneamente sospesi dall’utilizzo di modo che sia spinto a pagare quello che deve, prima che si passi alla fase definitiva e irreversibile del pignoramento.
Una delle azioni cautelari che di solito si applica in questi casi è il blocco amministrativo dell’auto: andiamo a capire di cosa si tratta, in cosa consiste e come si può revocare.
Che cos’è il blocco amministrativo dell’auto
Se una persona riceve una cartella esattoriale – cosa che avviene in caso di un mancato pagamento di tasse, multe o tributi – ha tempo 60 giorni per saldare il suo debito, ma se non adempie a questo obbligo l’ente che si occupa della riscossione delle tasse può passare automaticamente alle azioni cautelari.
Si tratta di blocchi temporanei applicati sui beni del debitore, per spingerlo a pagare quanto dovuto prima che si passi alla definitiva confisca, ovvero il pignoramento. Una delle azioni cautelari più tipiche è il blocco amministrativo dell’automobile: di solito scatta quando i debiti non corrisposti riguardano il mancato pagamento del bollo o delle cartelle esattoriali.
Il provvedimento viene iscritto ufficialmente nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e implica per prima cosa che l’auto non possa essere in alcun modo utilizzata per la circolazione, ma che il proprietario non possa nemmeno compiere azioni per disfarsene, come per esempio venderla.
Prima di passare al blocco, l’Agenzia delle Entrate ha l’obbligo di avvisare il debitore del provvedimento preso, e di concedergli altri 30 giorni prima di mettersi in regola, o per dimostrare che ha necessità di usare la sua automobile per scopi lavorativi, oltre che di indicare sul preavviso l’importo dovuto, la natura e l’anno del debito in questione.
Terminato questo periodo, se mancano anche queste due azioni, arriva ufficialmente il fermo amministrativo dell’auto.
Come verificare il fermo amministrativo
Si hanno tre opzioni diverse per poter verificare se è stato apposto un fermo amministrativo sulla propria automobile:
- richiedere una visura per targa al PRA, procedura da svolgere online tramite il sito dell’ACI seguendo i passaggi indicati e pagando il servizio secondo le istruzioni;
- recarsi di persona al PRA e verificare la presenza di un eventuale fermo, fornendo il numero di targa, 9 euro per i diritti e 6 euro per la visura;
- rivolgersi all’ACI o, in caso si sia tesserati, all’Automobil Club per chiedere una verifica sul fermo amministrativo.
Conseguenze e cancellazione del blocco amministrativo dell’auto
La conseguenza principale del blocco amministrativo è che l’auto non può assolutamente circolare, essere venduta, demolita o portata all’estero fino a quando non si salda il debito, e se non si rispettano queste limitazioni s’incorre in multe molto salate.
Se non si provvede a pagare quanto dovuto, come misura estrema l’auto sarà venduta forzatamente così che l’ente possa recuperare il credito dovuto.
Se invece il debito viene saldato, bisognerà recarsi al PRA per rimuovere il blocco amministrativo, presentando una serie di documenti e un’imposta di bollo che ammonta a 32 o 48 euro.