BTP: che caratteristiche hanno? Conviene investirvi? Come controllare il loro andamento?
Gli investitori non sono tutti uguali: la differenza più grande tra un operatore e l’altro è la sua propensione al rischio. Più è alta questa disponibilità ad effettuare operazioni più rischiose e più si va alla caccia delle opportunità che offrono i maggiori rendimenti; dall’altra parte chi non ama particolarmente il rischio, di solito si concentra sui cosiddetti investimenti sicuri, come i conti deposito o i titoli di Stato. Tra questi rientrano anche i BTP: se ne sente parlare molto spesso, ma non tutti sanno quali caratteristiche hanno. Vediamo di cosa si tratta, come si può investire e come controllare l’andamento.
Le caratteristiche principali dei BTP
I Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli di debito emessi dallo Stato italiano e sono caratterizzati da una scadenza a medio-lungo termine e da una cedola fissa che viene pagata ogni sei mesi. Anche se la legge ha introdotto la possibilità per lo Stato di emettere titoli di questo tipo, la prima emissione di BTP avvenne solo nel 1974. L’asta è riservata ai soli intermediari istituzionali autorizzati (fondamentalmente banche, società di intermediazione mobiliare e società di investimento), che possono vendere o acquistare i titoli anche sul mercato secondario regolamentato (ma solo per operazioni superiori ai due milioni di euro) e su quello non regolamentato. I privati possono acquistare i BTP tramite il MOT, ovvero il mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato, o su altre piattaforme autorizzate, con tagli minimi di 1.000 euro.
Nel paragrafo precedente abbiamo in pratica messo in risalto le quattro caratteristiche principali dei BTP:
- sono titoli emessi dallo Stato italiano a capitale garantito (alla scadenza c’è la certezza del rimborso dell’intero valore nominale);
- hanno una scadenza medio-lunga (vengono emessi titoli con scadenza a 18 mesi, a 5, 5, 7, 10, 15, 20, 30 o 50 anni);
- la remunerazione è rappresentata dalle cedole semestrali (e dall’eventuale scarto di emissione), su cui grava una tassazione agevolata del 12,50%;
- hanno un’ottima liquidità: l’asta è riservata agli investitori istituzionali autorizzati, ma i titoli possono essere venduti sui mercati secondari prima della loro scadenza.
Strategie e quotazioni: conviene investire in Buoni del Tesoro Poliennali?
Nell’arco della vita del titolo, il prezzo del BTP può subire delle oscillazioni. I Buoni del Tesoro Poliennali si prestano quindi a due diverse strategie di investimento:
- il titolo viene tenuto per tutta la sua durata; in questo modo si riscuotono le cedole ogni sei mesi e s ottiene il rimborso alla scadenza;
- il titolo viene acquistato e venduto prima della scadenza; l’obiettivo in questo caso è ottenere una plusvalenza data dalla differenza tra i prezzi di acquisto e di vendita.
Per seguire l’andamento dei BTP è sufficiente fare una ricerca sul web: sui canali ufficiali (come il sito di Borsa Italiana) e sui portali delle testate che trattano di finanza è possibile trovare le tabelle con le quotazioni aggiornate.
Ma conviene investire in BTP? Come sempre, la risposta è dipende. Dipende innanzi tutto dal proprio profilo di investitore e dipende anche da quei fattori che rappresentano i rischi degli investimenti in BTP. Il primo rischio è rappresentato dalla volatilità del prezzo: è un aspetto che riguarda soprattutto i titoli a lunga scadenza. E poi c’è il rischio del mancato rimborso: trattandosi di titoli emessi dallo Stato, questo pericolo è molto basso. Però ci sono BTP con durate di 30 o 50 anni: in che situazione si troverà il nostro Stato alla scadenza? Si può quindi dire che i titoli a lunga durata sono più rischiosi, ma offrono anche i rendimenti maggiori.