Cassa Depositi e Prestiti, cos’è e come funziona
Ultimamente si sente spesso parlare della cassa Depositi e Prestiti, Cdp, un’istituzione pubblica di enorme importanza e particolarmente strategica per il nostro Paese. Si tratta di un ente che vanta oltre 120 anni di storia, nata a ridosso dell’Unità d’Italia e passata attraverso numerose trasformazioni, che le hanno permesso di arrivare fino ai giorni nostri. Oggi la Cassa Depositi e Prestiti è probabilmente la più importante istituzione finanziaria in Italia, soprattutto dopo l’abbandono funzionale della Banca d’Italia a discapito delle priorità europee. Scopriamo la storia della Cassa Depositi e Prestiti e come funziona esattamente quest’organo a controllo pubblico.
La storia della Cassa Depositi e Prestiti
Se si vuole capire come funziona la Cassa Depositi e Prestiti è importante conoscerne la storia, perché le sue vicende sono sempre state strettamente collegate a quelle del nostro Paese. La Cdp nasce ufficialmente nel 1850 nella città di Torino, dove viene istituita e abilitata alle funzioni pubbliche. Il suo nome inizialmente era legato alle varie Regioni del neonato Regno d’Italia, composta da una serie di sedi distaccate come la Cassa Depositi e Prestiti Piemontese. Finalmente nel 1863 viene ufficializzata l’unificazione delle Casse locali, scegliendo come sede centrale prima la città di Firenze e infine la capitale, Roma.
In tutti gli anni successivi la Cdp ha accompagnato la trasformazione dell’Italia, attraverso finanziamenti alle grandi opere pubbliche strategiche per lo sviluppo del Paese, alle infrastrutture e alle amministrazioni pubbliche locali. Con la nascita nel 1875 dei libretti postali la Cdp ha cominciato a gestire i risparmi degli italiani, reinvestendoli all’interno del Paese stesso, secondo un movimento ciclico che ha consentito all’Italia di crescere economicamente ed evolversi. Nel 1924 iniziano le emissioni di buoni fruttiferi, create dalla Cdp, distribuiti dalle Poste e garantiti dallo Stato Italiano.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Cassa Depositi e Prestiti è stata una degli artefici del boom economico, finanziando le opere strutturali attraverso la concessione di prestiti a lungo termine agevolati alle amministrazioni pubbliche locali, operazioni che hanno portato l’Italia a competere insieme alle nazioni più importanti e sviluppate del mondo. Nel 1983 si è avviato un processo di trasformazione della Cdp, che fino ad allora era una Direzione generale del Tesoro, conclusosi nel 2003 con la nascita della Cdp S.p.A., tramite il DI n.269/2003 del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Dal 2003 ad oggi la Cassa Depositi e Prestiti è entrata a pieno titolo nelle principali vicende economiche del Paese, combinando al finanziamento delle amministrazioni locali gli investimenti nei progetti strategici di interesse pubblico, diventando a tutti gli effetti la promotrice delle piccole e medie imprese italiane all’estero. Tra gli investimenti della Cdp più importanti degli ultimi anni ci sono il finanziamento della rete in fibra ottica, la costruzione delle piattaforme petrolifere off-shore, come quella di Porto Viro, e il sostegno diretto rivolto alle aziende dell’export.
Cassa Depositi e Prestiti: cos’è e come funziona
Come abbiamo appena accennato la Cassa Depositi e Prestiti è oggi una SpA, ovvero una Società per Azioni a controllo pubblico. Le quote della Cdp sono possedute per l’80,1% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dal 18,4% da una serie di Fondazioni bancarie e per l’1,5% da investitori privati. Questo significa che la Cdp si comporta esattamente come una società d’investimento, cioè raccoglie liquidità dai risparmiatori e la reinveste sul mercato, con la differenza che la quota di maggioranza appartiene a un istituzione pubblica.
Per questo l’interesse primario della Cdp è investire nello sviluppo e nella crescita del Paese, perché combacia con l’obiettivo del suo azionista di maggioranza, cioè di tutti noi. Ovviamente non entreremo in merito alle questioni politiche, che purtroppo come sempre in Italia condizionano questo tipo di enti e istituzioni, ma ci limiteremo a spiegare i meccanismi con i quali la Cdp funziona. Innanzitutto bisogna dire che la Cassa Depositi e Prestiti raccoglie il capitale da investire nei risparmi postali, ovvero gli investimenti dei risparmiatori che hanno sottoscritto buoni fruttiferi e libretti di risparmio.
Con questa liquidità supporta varie tipologie di progetti, come infrastrutture, reti di comunicazioni, export del Made in Italy all’estero, finanziamenti alle amministrazioni pubbliche, credito alle piccole e medie imprese e molto altro ancora. Si tratta di somme ingenti, visto che il risparmio postale ha un valore stimato nel 2017 di ben 236 miliardi di euro. Con il ritorno degli investimenti la Cdp rimborsa i capitali dei risparmiatori, pagando i dovuti rendimenti, comprese le quote degli azionisti, quindi delle banche e degli azionisti privati. Su tutto ciò vige la garanzia ultima dello Stato Italiano, che in caso di insolvenza della Cdp assicura la restituzione del capitale investito.
Come investe la Cassa Depositi e Prestiti
La Cdp investe i capitali secondo due modalità differenti, la Gestione ordinaria e la Gestione separata. La Gestione separata è la funzione classica della Cdp, che raccoglie la liquidità dai risparmi postali e la reinveste per finanziare le amministrazioni locali, che a loro volta finanziano le piccole e medie imprese, la realizzazione di infrastrutture e di altri progetti di interesse pubblico. La Gestione ordinaria invece è un tipo d’investimento finanziario diverso, con il quale la Cdp può finanziare direttamente la costruzione di infrastrutture, opere e impianti di servizio pubblico.
In questo caso però i capitali provengono da operazioni finanziarie eseguite dalla Cassa stessa, come per esempio l’emissione di titoli. Si tratta di raccolte di fondi che, secondo le direttive del Ministero dell’Economia e delle Finanze, devono arrivare solo ed esclusivamente da investitori istituzionali. Una limitazione aggiuntiva è l’impossibilità per la Cdp di raccogliere fondi rimborsabili a vista. All’interno del portafoglio azionario della Cassa Depositi e Prestiti ci sono quindi anche aziende quotate e non, tra cui spiccano le partecipazioni in Enel, 17,36%, in Eni, 10%, nelle Poste Italiane, 29,95%, e in Terna, 13,77%.
Investimenti della Cassa Depositi e Prestiti per le piccole e medie imprese
Uno degli scopi principali della Cdp è il sostegno alle piccole e medie imprese del nostro Paese, attraverso la concessione di prestiti e linee di credito per finanziare gli investimenti in ricerca e sviluppo. Per le aziende che si occupano di export e di internazionalizzazione dei mercati, la Cdp offre finanziamenti e supporto tramite due società controllate, la SACE e la SIMEST. La SACE può offrire prestiti, supporto logistico, garanzie, protezione degli investimenti, canali istituzionali per le operazioni all’estero, monetizzazione dei crediti e dilazioni dei pagamenti per i clienti esteri. Invece la SIMEST si occupa di acquisizioni di partecipazioni nelle imprese, fino a un massimo del 49% del capitale sociale, attraverso la concessione di finanziamenti per l’internazionalizzazione, investimenti diretti e dilazioni sui pagamenti di prestiti concessi da banche italiane.
Gli investimenti sono compresi nel Piano Industriale 2016-2020, che può contare su stanziamenti pari a 63 miliardi di euro complessivi. Un’altra società controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti è la CDP Equity Spa, che può comprare sul mercato quote di partecipazione di minoranza di aziende ritenute strategiche e di interesse nazionale, contando su un capitale complessivo a sua disposizione di 3,5 miliardi di euro. Infine la Cdp dispone della FSI Sgr, una società di Gestione del risparmio con sede a Milano. La FSI si rivolge alle medie imprese italiane, soprattutto quelle votate allo sviluppo sui mercati esteri, che hanno bisogno di finanziamenti per gli investimenti nella crescita e nell’espansione internazionale.
Investimenti della Cassa Depositi e Prestiti per le amministrazioni pubbliche
Attraverso la raccolta dei risparmi postali, la Cdp finanzia direttamente le amministrazioni pubbliche specialmente per la realizzazione di importanti opere infrastrutturali, tra cui ponti, autostrade, reti di telecomunicazioni, gestione dei rifiuti, settore energetico, trasporto pubblico, aeroporti, ferrovie e turismo. Gli investimenti vengono erogati tramite società finanziarie e fondi d’investimento, tra cui Corporate Finance e Project Finance per le società a partecipazione pubblica sia quotate che non, il FIT il Fondo Investimenti per il Turismo e il Fondo di anticipazione dei debiti della Pubblica Amministrazione, che liquida le pendenze delle amministrazioni pubbliche con le piccole e medie imprese che vogliono investire.
Investimenti della Cassa Depositi e Prestiti per le istituzioni finanziarie
La Cassa Depositi e Prestiti si occupa anche di finanziare le imprese e agevolarle nell’accesso al credito bancario. In questo modo la Cdp permette alle PMI di poter offrire maggiori garanzie, per ottenere prestiti agevolati e finanziamenti per gli investimenti. La Cdp concede strumenti per l’aumento del capitale richiedibile, garanzie di liquidità e strumenti di credito agevolato. Uno dei Fondi più importanti è il FRI, il Fondo Rotativo per il sostegno alle Imprese, con il quale la Cdp concede finanziamenti a tassi agevolati per la ricerca e lo sviluppo, l’innovazione tecnologica, il turismo, il commercio estero, l’artigianato, l’agricoltura e i servizi. Il Fondo FRI ha una dotazione di 6 miliardi di euro, ed eroga prestiti fino a un massimo di 15 anni con un tasso nominale dallo 0,50 allo 0,80%, al quale è possibile unire un ulteriore finanziamento bancario sempre a tasso agevolato.