Classifica rating banche italiane: quali sono le migliori?
Il mondo sta attraversando un periodo molto particolare: la pandemia ha messo in crisi diversi settori, con ripercussioni evidenti sull’economia di vari Paesi. In un contesto del genere, i risparmiatori sono più attenti che mai a scegliere i soggetti a cui affidare i propri soldi: diamo un’occhiata alla classifica dei rating delle banche italiane, in modo da capire quali possono essere considerate le migliori e le più solide.
Come si stabilisce la solidità di una banca
Ormai da qualche anno le banche italiane sono degli osservati speciali: quello che sembrava un settore sicuro, dopo l’apertura del vaso di Pandora con i casi MPS e Banca Carige, ha mostrato di avere diversi problemi, tra una situazione macroeconomica non ottimale, strutture patrimoniali inadeguate e gestioni a volte un po’ troppo azzardate. Ma per stabilire la classifica delle migliori banche su quali parametri ci si può basare? Ovviamente bisogna semplificare parecchi, quindi per creare una sorta di graduatoria si fa affidamento su alcuni indici che esprimono la solidità e lo stato di salute (e, di conseguenza, l’affidabilità) di un istituto di credito.
I parametri utilizzati nei rating
Il parametro più utilizzato per monitorare lo stato di salute di un istituto di credito è il cosiddetto CET1 Ratio, ovvero il Common Equity Tier 1 Ratio, che è anche l’indice che viene tenuto sotto controllo dalla Banca Centrale Europea. Fondamentalmente questo parametro esprime il rapporto tra il capitale ordinario versato dalla banca e le attività ponderate al rischio. Nel calcolo vengono considerati quindi tutti gli effetti negativi che possono essere causati da voci come le sofferenze, i crediti deteriorati ed addirittura le inadempienza probabili. Più è elevato il valore del CET1 Ratio, più la banca può essere considerata solida.
La BCE ha stabilito una soglia minima dell’8%: gli istituti che hanno un CET1 Ratio inferiore a questa percentuale devono prendere provvedimenti per rafforzare il suo patrimonio e riequilibrare il rapporto. Se la cosa non è fattibile, la banca rischia di essere messa in amministrazione straordinaria o, nei casi peggiori, di ricorrere alla procedura del bail-in, che può coinvolgere anche i correntisti. Il CET1 Ratio è così importante che viene indicato dalle banche in tutte le sue comunicazioni di bilancio e di fatto è il parametro fondamentale per il loro rating. L’altro indice che si considera è il CET1, che esprime il rapporto tra il patrimonio base (capitale versato, riserve e utili non distribuiti) e gli impieghi ponderati per il rischio.
Quali sono le migliori banche italiane: la classifica dei rating
Tenendo conto di questi parametri, gli ultimi test effettuati dalla Banca Centrale Europea e l’European Banking Authority hanno permesso di stilare una classifica rating delle banche italiane, che vede nelle prime posizioni:
- Intesa Sanpaolo, con CET1 12,80% e CET1 Ratio 17,20%;
- Unicredit, con CET1 11,00% e CET1 Ratio 14,50%;
- UBI Banca, con CET1 11,68% e CET1 Ratio 14,55%;
- Credem, con CET1 13,51% e CET1 Ratio 13,51%;
- BPER, con CET1 14,47% e CET1 Ratio 15,98%.
Va comunque detto che se si considera esclusivamente il CET1 Ratio, tra le migliori banche italiane bisogna inserire anche Finnat, Banco di Sardegna, Fineco Bank e Vivibanca. Tra le banche straniere che operano in Italia, quella che mostra i parametri migliori è N26.