Come investire i soldi in banca
Quando si hanno dei risparmi a disposizione potrebbe venire in mente di investirli, un’operazione semplice e a basso rischio per ottenere una piccola rendita o un guadagno sul proprio capitale. Sempre meglio che lasciare i soldi sul conto corrente, dove vengono mangiati dalle spese fisse e dall’inflazione. Però investire i soldi in banca non è così facile come ci si aspetterebbe, infatti non basta affidarsi a un consulente finanziario. Gli intermediari non sempre fanno il bene degli investitori, specialmente quello dei piccoli risparmiatori che capiscono poco o nulla di mercati e finanza. Ecco perché è importante sapere come investire i soldi in banca, quali sono gli asset migliori e soprattutto i rischi legati a questo tipo di operazioni.
Consigli utili per investire in banca
Quando ci si affida a un consulente finanziario per investire i propri soldi in banca non bisogna disinteressarsi completamente di quanto avviene, invece è necessario prendere parte attivamente e pretendere un piano d’investimenti in linea con le proprie esigenze. Innanzitutto bisogna scegliere un profilo di rischio, cioè quanto si è disposti a rischiare in base al tipo di guadagno desiderato. Ovviamente un profilo d’investimento a basso rischio comporterà un rendimento limitato, mentre un profilo ad alto rischio potrebbe consentire guadagni ben più elevati.
L’ideale è optare per un profilo di rischio adeguato alle proprie capacità economiche, cioè valutare quanto si è disposti a perdere per tentare di guadagnare soldi dal proprio capitale. Un consiglio è quello di diversificare sempre i propri investimenti e il grado di rischio, da una parte proteggendo il capitale con operazioni sicure come i titoli di Stato e le obbligazioni, dall’altra tentando strade più remunerative come le azioni e i fondi comuni. Oltre a diversificare bisogna analizzare i profili degli investimenti nella loro durata. Anche in questo caso, oltre alle proprie esigenze, bisogna decidere lo spettro temporale più indicato per ottenere un buon rendimento. Spesso le operazioni migliori sono quelle a medio o lungo termine, mentre gli investimenti a breve termine offrono margini ridotti e profili di rischio piuttosto elevati.
Investire in titoli di Stato
I titoli di Stato sono un prodotto finanziario considerato a basso rischio, con il quale è possibile investire i propri soldi in banca in maniera semplice e controllata. Benché il rischio sia minimo lo è anche il rendimento, che attualmente sembra essere risalito dopo aver viaggiato per diverso tempo intorno ai minimi storici. Per esempio il rendimento dei BTP Italia a 10 anni sta attualmente al 3,36%, ben al di sotto del 5,73% dei Bonos spagnoli oppure del 10,81% dei Bond a 10 anni del Brasile, ma ovviamente con molti meno rischi.
Per calcolare il rendimento dei titoli di Stato bisogna tenere conto della tassazione sulle rendite da capitale, il capital gain, pari al 12,5%. Per comprare titoli di Stato italiani ed esteri basta recarsi in banca e aprire un conto titoli, dove acquistare bond sul mercato secondario e pagare le commissioni applicate dagli istituti di credito. In generale è una buona idea dedicare sempre una parte del proprio capitale all’acquisto di titoli di Stato, un investimento a basso rischio che garantisce un rendimento fisso annuale. In questo momento è consigliabile optare per i bond a lunga scadenza, almeno 5 o 10 anni, visti i bassi rendimenti di quelli a breve termine.
Investire in fondi comuni
Un altro modo per investire in banca i propri soldi è attraverso i fondi comuni. Si tratta di capitali raccolti dai risparmiatori e reinvestiti da società specializzate sul mercato. Questi intermediari possono essere sia investitori privati che istituzionali, ognuno dei quali offre diversi profili di rischio e di rendimento. Presso qualsiasi banca italiana è possibile investire i propri risparmi nei fondi comuni, sia tramite il proprio portafoglio d’investimento o un conto di trading, che affidandosi a un intermediario dell’istituto stesso.
Il vantaggio dei fondi comuni è che è possibile partecipare anche con capitali minimi, infatti con poche centinaia di euro si possono acquistare delle quote di accesso. I fondi comuni possono essere “aperti”, cioè accessibili nel tempo con una quota variabile del capitale investito oppure “chiusi”, quando una volta entrati con un importo non è possibile aumentare il proprio coinvolgimento economico.
Esistono diverse tipologie di fondi comuni, tra cui i più diffusi sono:
- fondi immobiliari
- hedge funds
- fondi azionari
- fondi di fondi
- fondi obbligazionari
- fondi bilanciati
- fondi di liquidità
I fondi comuni d’investimento possono prevedere il versamento della quota di partecipazione in un’unica volta, PIC, oppure attraverso un piano di accumulo, PAC. Per un piccolo risparmiatore i PAC sono più indicati, perché permettono di gestire i versamenti in base alle proprie disponibilità. I fondi comuni sono un investimento a basso rischio, infatti si tratta di strumenti finanziari che devono sottostare a numerosi vincoli imposti dalla legge, quindi il rendimento che offrono è piuttosto modesto. Comunque in un’ottica di diversificazione del proprio portafoglio d’investimento sono sicuramente un asset interessante, sul quale destinare parte dei propri risparmi.
Piani individuali di risparmio
Quando si investono soldi in banca una possibilità che viene spesso presentata è quella dei PIR, i piani individuali di risparmio, dedicati proprio ai piccoli risparmiatori in cerca di un rendimento. Si tratta di una forma d’investimento e medio termine di recente creazione, uno strumento che permette alle piccole e medie imprese di raccogliere capitali sul mercato per finanziare gli investimenti. Sono riservati alle persone fisiche e una volta sottoscritti devono essere mantenuti per almeno 60 mesi, cioè 5 anni. L’investimento massimo di un singolo risparmiatore può arrivare a 150.000€, mentre quello di un unico PIR può essere di non più di 30.000€.
Un vantaggio dei PIR è che non si pagano tasse sulla rendita finanziaria, quindi nessun tipo di capital gain o tassa di successione. Solamente in caso di riscatto delle somme investite prima dei 5 anni viene applicata la tassazione prevista dalla legge, pari al 26%. I risparmi raccolti vengono investiti al 70% in imprese italiane, mentre il restante 30% in conti deposito e strumenti analoghi. Un aspetto da tenere in considerazione sono i costi applicati dalle banche, come le spese di gestione e di sottoscrizione, che in alcuni casi possono arrivare al 4-5% del capitale investito. Il rendimento dei piani individuali di risparmio quindi dipende molto dalle commissioni applicate. Calcolando i rendimenti lordi possono andare dal 5 al 10%, in realtà si potrebbe arrivare a guadagnare un misero 1% tolte tutte le spese. Per questo se volete investire i vostri soldi in banca in PIR dovete leggere attentamente il contratto d’investimento, analizzando con estrema attenzione le voci di spesa legate ai costi e alle commissioni.
Per investire i soldi in banca è necessario pianificare quanto si è disposti a rischiare, decidendo un piano d’investimento in linea con le proprie possibilità e possibilmente improntato sul medio e lungo termine. L’ideale è diversificare sempre il più possibile il proprio portafoglio d’investimenti, affidandosi a un consulente ma interessandosi sempre a ciò che accade e agli strumenti finanziari proposti, evitando brutte sorprese e spiacevoli inconvenienti.