Come sfrattare un inquilino moroso anche senza avvocato
Gli italiani fin dal secondo Dopoguerra hanno da sempre investito i loro risparmi nel mattone, un modo intelligente e sicuro per proteggere il proprio capitale, vivere la vecchiaia in tranquillità e lasciare un bene di valore in eredità ai propri figli. Questa situazione ha creato nelle seconde generazioni un surplus di unità abitative, infatti le famiglie che riuscivano a comprare un casa propria, si ritrovavano alla morte dei genitori con un secondo immobile.
In questo caso la maggior parte delle persone affittava la casa, per ottenere una rendita aggiuntiva e migliorare la propria situazione economica. Tuttavia gli affitti, per quanto siano un investimento proficuo, non sono completamente esenti da rischi, infatti può capitare che l’inquilino non paghi il canone concordato per vari motivi. Una situazione spiacevole e particolarmente difficile da gestire, soprattutto se non si vogliono spendere i soldi per l’avvocato. Vediamo quindi nel dettaglio come fare per sfrattare un inquilino moroso, anche senza ricorrere a un avvocato.
Quando è possibile chiedere lo sfratto?
Prima di vedere come procedere è importante capire quando è possibile richiedere lo sfratto dell’inquilino moroso. Innanzitutto è necessario che si verifichi una delle due condizioni fondamentali previste dalla normativa di legge:
- esistenza di un regolare contratto di locazione
- mancati pagamenti registrati dell’inquilino
Naturalmente lo sfratto è un’operazione possibile solo ed esclusivamente se esiste un regolare contratto di affitto, registrato e firmato da entrambe le parti in causa. Ciò è valido sia per gli immobili locati ad uso residenziale che commerciale, perciò è consigliabile regolarizzare sempre la propria posizione con l’affittuario, altrimenti si perdono tutte le tutele previste dalla legislazione vigente.
Un’altra condizione necessaria per procedere con lo sfratto riguarda i mancati pagamenti. Se l’inquilino non corrisponde anche una sola mensilità è passibile di tale procedimento da parte del locatario, inoltre è possibile procedere anche se l’affittuario versa il canone di affitto ma non paga almeno due mensilità del condominio. Ciò vale soltanto per gli immobili ad uso abitativo, mentre per quelli locati a fini commerciali la normativa è leggermente differente.
In quest’ultimo caso si può attivare una procedura di sfratto in base alla decisione del giudice, che deve valutare il danno economico causato dall’inquilino moroso al locatario. Quindi, ad esempio, tale condizione potrebbe verificarsi dopo una sola mensilità, anche se non riguarda la maggior parte delle sentenze, oppure più probabilmente dopo due, tre o quattro canoni non versati regolarmente al proprietario dell’immobile.
Lo sfratto dell’inquilino moroso: la procedura passo a passo
Se l’inquilino è in ritardo con i pagamento dell’affitto la prima cosa da fare è entrare in contatto con la persona. La soluzione pacifica è sempre il rimedio migliore, perché a volte può succedere un piccolo contrattempo, un problema lavorativo oppure una situazione di emergenza che non consente il regolare saldo del canone di locazione. Perciò è consigliabile cercare se possibile un accomodamento, magari rateizzando l’importo dovuto, ovviamente solo se si tratta di persona affidabili con uno storico immacolato nei versamenti precedenti.
In caso contrario è necessario inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno, una comunicazione che di fatto diffida l’inquilino a saldare quanto dovuto entro un termine preciso, di solito circa 15 giorni di tempo. Se dopo tale periodo non avviene il versamento dell’importo è possibile procedere con le vie legali, passando di fatto alla procedura di sfratto vera e propria. Il locatario deve quindi rivolgersi a un giudice, citando in giudizio l’affittuario moroso.
L’inquilino può quindi rispondere positivamente all’invito del giudice, non opponendosi alla sentenza di sfratto e rendendosi disponibile a lasciare l’immobile. Una volta ricevuta la notifica l’affittuario ha di solito 10 giorni di tempo per abbandonare la casa. In alcuni casi l’inquilino moroso potrebbe rifiutarsi di lasciare l’immobile, ma essere disposto a saldare quanto dovuto. Normalmente i giudici concedono fino a un massimo di 90 giorni per il versamento, altrimenti si procede con lo sfratto esecutivo e infine con quello forzato.
Un’altra ipotesi riguarda un inquilino che non vuole pagare e non è intenzionato a lasciare l’abitazione. Si tratta del caso peggiore, perché prevede l’apertura di un procedimento davanti a un giudice, i cui tempi potrebbero allungarsi e ritardare la sentenza anche di un anno. Tuttavia è possibile tentare la strada delle mediazione, cercando di far ragionare l’inquilino sul vantaggio di un accordo al di fuori del procedimento.
Alcuni consigli finali per sfrattare un inquilino moroso
La procedura per lo sfratto dell’inquilino è sempre un’operazione delicate e complessa, soprattutto se si tratta di immobili locati ad uso commerciale, oppure di case residenziali dove abitano delle famiglie, specialmente se con bambini piccoli. Ovviamente la legge tutela sempre i proprietari degli immobili, tuttavia le tempistiche potrebbe essere piuttosto lunghe in tali casi, causando un danno economico notevole al locatario.
Per evitarlo è consigliabile rivolgersi sempre a un avvocato, nonostante sia possibile procedere anche da soli senza un legale. I professionisti sanno esattamente come muoversi, conoscono le casistiche e possono informarvi immediatamente sulle probabilità di recupero immediato dell’immobile. La maggior parte delle persone pensa che sia più vantaggioso risparmiare sulla parcella dell’avvocato, ma anche un costo di 2 o 3.000 euro diventa irrisorio, se il rischio è quello di ritrovarsi con 3, 4 o 6 mensilità di affitto non versate.