Controlli sui conti corrente privati: come funzionano e quando scattano
L’Agenzia delle Entrate è alla costante ricerca di evasori fiscali, persone fisiche e società che eludono il Fisco, nascondendo all’Erario i proventi di attività in nero, illecite e non dichiarate allo Stato, per evitare il pagamento delle tasse. Tuttavia le autorità hanno sempre più strumenti a loro disposizione, per eseguire accertamenti estremamente minuziosi e dettagliati, tra cui il nuovo Risparmiometro. Si tratta della possibilità per l’Agenzia delle Entrate di effettuare controlli automatici sui conti corrente, sia privati che aziendali, per cercare discrepanze tra i flussi di denaro reali e quelli dichiarati al Fisco. Ecco tutti i dettagli in merito e le ultime novità.
Cos’è e come funziona il Risparmiometro
Chiamato con questo nome di forte impatto, Risparmiometro, il nuovo strumento in possesso dell’Agenzia delle Entrate dovrebbe aumentare l’efficacia delle verifiche fiscali, per diminuire l’evasione fiscale e scovare con precisione le persone e le società che non dichiarano quanto dovuto all’Erario. In particolare il Risparmiometro andrà a colpire i conti corrente privati e aziendali, che verranno controllati in maniera automatica da un apposito software, come previsto dopo il via libera del Tesoro in seguito al decreto Salva-Italia del Governo Monti del 2012.
Il suo funzionamento è piuttosto semplice, tuttavia è importante conoscerlo per capire se si rischia effettivamente una verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate, oppure se invece è possibile dormire sonni tranquilli. Questo programma digitale ha il compito di analizzare tutti i conti corrente dei cittadini e delle imprese, per cercare eventuali discostamenti tra le somme dichiarate al Fisco e quelle realmente presenti o transitate sul conto corrente di riferimento.
In questo modo, qualora dovesse rilevare una discrepanza superiore al 20%, invierà automaticamente una segnalazione all’Agenzia delle Entrate, che potrà valutare la situazione e decidere se procedere con ulteriori controlli manuali. Infine, gli esperti del Governo potranno eseguire delle analisi minuziose sul presunto evasore fiscale, per vedere se siano o meno presenti le condizioni per avviare una procedura di richiesta di risarcimento, oltre all’applicazione delle sanzioni previste dalla normativa di legge.
I controlli, inizialmente riservati ai conti corrente aziendali, in particolare di società a responsabilità limitata (Srl), saranno al contrario estesi a tutti i contribuenti, ed effettuati sui flussi di denaro transitati sui conti a partire dal 2014. Si tratta quindi di una misura retroattiva, perciò potrà colpire anche situazioni relative agli anni passati, senza nessuna possibilità di intervenire da parte dei presunti evasori fiscali, persone e società che negli anni precedenti hanno nascosto ricchezza e dichiarato di meno di quanto effettivamente guadagnato al Fisco.
Controlli anche sui libretti di risparmio e le carte di pagamento
La nuova misura del Risparmiometro non è l’unica adottata dall’Agenzia delle Entrate, infatti negli anni sono stati introdotti diversi strumenti per contrastare l’evasione fiscale. Ad esempio il Tesoro può effettuare accertamenti sulle carte di credito, gli investimenti, sui libretti di risparmio, le polizze assicurative e l’acquisto di beni preziosi, valutando se tali operazioni rientrino nella capacità di spesa del contribuente. In particolare, ciò che potrebbe causare una sanzione da parte dell’Agenzia delle Entrate, non è tanto la singola operazione, ma il flusso di denaro misurato su base annuale.
Il Risparmiometro infatti analizza i movimenti complessivi realizzati durante l’anno, comparandoli con la dichiarazione dei redditi e valutando eventuali discordanze superiori al 20%. In questo caso però non scattano immediatamente le sanzioni, poiché la normativa di legge prevede un accertamento manuale di ogni singola potenziale evasione. Il contribuente ha il diritto di provare che le somme sono di provenienza lecita, quindi debitamente dichiarate al Fisco, presentando tutta la documentazione inerente le spese e gli introiti che hanno permesso di finanziarle.
Come difendersi dal Rispamiometro? L’unica soluzione per evitare accertamenti sul conto corrente è mantenere un saldo accettabile, tra quanto guadagnato e dichiarato rispetto alle somme realmente spese, per effettuare acquisti di beni e servizi, investimenti e risparmi. Tale valore deve rimanere al di sotto del 20%, altrimenti la possibilità di incorrere in controlli è sempre più elevata, grazie a strumenti sempre più sofisticati e digitali in mano all’Agenzia delle Entrate.