Cooperativa di lavoro: quanti tipi ne esistono? E come fondarne una?
Tra le tante forme associative previste dal nostro regolamento c’è anche quella della cooperativa. Questo tipo di società nasce per la gestione comune di un’impresa con l’obiettivo di fornire ai soci i beni ed i servizi che giustificano la costituzione della società stessa. Alla base di tutto c’è lo scopo mutualistico. Come si può intuire dal nome, la cooperativa di lavoro nasce per trovare e garantire ai suoi soci un’occupazione o occasioni di lavoro migliori a quelle che si possono trovare sul mercato. Vediamo come è possibile fondarne una e come funziona.
Caratteristiche e tipologie di cooperativa di lavoro
Nelle cooperative di lavoro è proprio la prestazione del lavoro da parte dei soci a rappresentare l’attività principale della società. Chiaramente i soci devono essere in grado di fornire un’attività adeguata a raggiungere lo scopo sociale, impegnandosi in qualità di lavoratori nel settore di impresa in cui la cooperativa opera. Proprio sotto questo punto di vista è possibile scoprire le varie tipologie di cooperativa del lavoro, suddivise in base al campo in cui sono attive: trasporti, edilizia, ristorazione, pulizie e così via. Non possono diventare soci della cooperativa le persone che esercitano in proprio un’attività identica o affine a quella della società.
Requisiti e modalità di costituzione
Per poter esistere, la cooperativa deve essere iscritta ad un albo tenuto presso il Ministero delle Attività Produttive. La legge prevede un minimo di nove soci per la costituzione (il numero sale a 15 se si intende ottenere l’iscrizione nei registri prefettizi delle cooperative di lavoro che possono partecipare agli appalti pubblici). Nelle cooperative è necessario che ci sia la mutualità prevalente; sotto questo aspetto, il codice civile stabilisce dei requisiti necessari: la società deve avvalersi prevalentemente delle prestazioni lavorative dei soci nello svolgimento della sua attività ed il costo del lavoro dei soci deve superare il 50% del costo del lavoro complessivo.
Le cooperative di lavoro sono tenute ad istituire un regolamento interno: il suo scopo è quello di disciplinare i rapporti con i soci. Il regolamento deve essere depositato alla Direzione Provinciale del Lavoro entro trenta giorni dall’approvazione e deve contenere alcuni elementi fondamentali, tra cui: il richiamo ai contratti collettivi applicabili, le modalità di svolgimento del lavoro da parte dei soci, il richiamo alle normative vigenti in merito ai rapporti di lavoro diversi da quello subordinato, l’attribuzione all’assemblea dei poteri di deliberare, se necessario, un piano di crisi aziendale che miri a salvaguardare il più possibile i livelli occupazionali.
Il rapporto tra socio lavoratore e cooperativa di lavoro
Tra il socio e la cooperativa di lavoro si instaura un doppio rapporto, quello associativo e quello lavorativo. Ovviamente il socio lavoratore ha diritto a una retribuzione, che deve essere proporzionata alla qualità ed alla qualità del lavoro prestato, ma che non può mai essere inferiore ai minimi fissati dai contratti collettivi del settore di attività della società. Il socio può fornire il suo apporto di lavoro come dipendente, ma anche come autonomo: in questo caso la retribuzione verrà stabilita in base ai comensi medi applicati a prestazioni analoghe offerte dai lavoratori autonomi. L’assemblea può decidere anche di erogare ulteriori trattamenti economici a titolo di maggiorazione retributiva oppure a titolo di ristoro in sede di approvazione del bilancio.