Coronavirus: le ripercussioni economiche in Italia e nel mondo
Oltre agli effetti già tristemente famosi su vite umane e sistema sanitario, il Coronavirus e il conseguente lockdown potrebbero portare i paesi più colpiti dall’infezione verso un imponente tracollo finanziario. Potrebbe verificarsi una nuova crisi simile a quella del 2008? E quali sarebbero le misure più adeguate per arginare i danni peggiori?
Situazione economica italiana
Per il Pil dei Paesi europei si prospetta una sostanziale stagnazione, con perdite significative per le economie più fragili come l’Italia. Si parla esplicitamente del rischio per l’Italia di trovarsi in una situazione simile a quella vissuta durante la crisi del 2008. Il Pil per il 2020 potrebbe arrivare a perdere il 5%.
Secondo Confindustria, il 20% delle imprese ha avuto effetti negativi non trascurabili. L’effetto più evidente sarà la caduta dei redditi e della domanda interna, peggiorando quindi un sistema produttivo già indebolito da un decennio di recessione. Dopo la crisi del 2008 infatti la perdita del 20% di capacità produttiva è diventata pressoché permanente e, attualmente, il rischio per il Paese è un effetto analogo che si potrebbe protrarre per i prossimi anni.
Interi settori subiranno ripercussioni per lungo tempo e non solo nel momento più drammatico dell’epidemia. Uno dei settori più colpiti sarà il turismo, ma ne risentiranno anche il settore del trasporto e l’intero sistema dei beni culturali e dell’intrattenimento con cinema, teatri ad attrazioni ormai chiusi da tempo. Gli altri settori maggiormente esposti a perdite economiche saranno la moda, l’automotive e il comparto enogastronomico.
Gli effetti sul mondo del lavoro poi sono la perdita di occupazione e quindi delle entrate di ogni cittadino, che possono essere compensati solo in parte da misure come cassa di integrazione e sgravi fiscali. A questo proposito il primo decreto a sostegno dell’economia italiana dall’inizio dell’emergenza Coronavirus è di fatto il Decreto Cura Italia, del 16 marzo. Il principale scopo di questo provvedimento, come spiega Notizie.it, è garantire la liquidità al Paese, oltre a limitare i licenziamenti e a sostenere lavoratori dipendenti e partite Iva. La speranza rimane quella di vedere un aumento della spesa pubblica per acquisti di beni e per la creazione di nuove attività produttive. Un’azione solo sulle politiche fiscali può risultare insufficiente.
Situazione economica nel mondo
L’epidemia del Coronavirus ha effetti economici potenzialmente disastrosi su molti Paesi. Gli Stati che basano la propria economia principalmente sul turismo saranno con tutta probabilità i più colpiti, tra questi Portogallo, Grecia, Thailandia e Filippine.
I fenomeni più evidenti a livello globale saranno il blocco della produzione e dei consumi che stanno già investendo Cina e Italia ma che ancora devono manifestarsi pienamente nel resto d’Europa e negli Usa. Se consideriamo le crisi finanziarie più famose della storia, l’epicentro di una nuova crisi mondiale potrebbero essere proprio gli Stati Uniti.
Accadde nella crisi del 1929 e così in quella del 2008.
In quest’ultimo caso le borse avevano perso il 50% delle quotazioni partendo proprio da Wall Street e perdite analoghe si potrebbero verificare nel prossimo futuro a seguito dell’espansione dell’epidemia di Coronavirus. A peggiorare gli scenari dei prossimi mesi c’è anche la speculazione finanziaria già in corso: nel febbraio scorso gli indici di Wall Street avevano raggiunto più del doppio dei valori del 2007, livelli distanti dai valori dell’economia reale.
Questo per la convinzione diffusa che Donald Trump avrebbe attuato politiche di sostegno e sgravi fiscali permettendo così a Wall Street di continuare la propria espansione ma ora le prospettive sono radicalmente cambiate. Le misure del governo sono state finora limitate e confuse e Trump non sembra prendere troppo sul serio l’epidemia in corso. Le previsioni Ocse di inizio marzo 2020 ipotizzano per quest’anno una crescita dell’economia mondiale del 2,4%, con un aumento del Pil cinese sotto il 5%. È probabile che, con la diffusione dell’epidemia in tutta Europa e negli Stati Uniti con la stessa intensità che ha interessato Cina e Italia, le previsioni siano anche troppo ottimistiche.