Imu abitazione principale: cos’è e come si calcola? Chi la deve pagare?
Giugno è il mese delle imposte per tanti italiani, soprattutto per quelli che sono proprietari di immobili: perché è proprio durante questo mese che arriva l’obbligo del pagamento Imu, ovvero l’imposta sulla casa, anzi una delle tasse sugli immobili che gravano di più ai proprietari.
Non tutte le abitazioni, però, sono soggette al pagamento dell’Imu, perché tutto dipende dalla loro destinazione d’uso: andiamo a fare chiarezza sull’argomento, e a capire chi deve pagare questa tassa, come si calcola e come si versa.
Che cos’è l’Imu e chi la deve pagare
Imu è un acronimo che sta per Imposta Municipale Unica, ed è il nome di una tassa di tipo patrimoniale che deve essere pagata da chi è proprietario di un immobile. Nata con il governo Berlusconi nel 2011, doveva essere inizialmente una tassa temporanea, che però fu resa stabile dal Governo Monti.
Modificata e cambiata più e più volte, l’Imu nel 2014 è stata definitivamente abolita per le abitazioni principali, ovvero per quegli immobili in cui si ha la residenza. Attualmente, quindi, l’Imu deve essere obbligatoriamente versata per tutti quegli immobili che non rientrano nella dicitura di abitazione principale: nel caso si abbia una seconda casa quindi, ovvero un’abitazione che non sia adibita a residenza principale, si sarà obbligati a pagare l’Imu su di essa.
Ma non solo: anche tra le prime case è necessario fare delle distinzioni, perché sono escluse dalla tassazione Imu solo quelle che rientrano nelle categorie catastali A71, A/8 e A/9. Se si dispone di un’abitazione ritenuta di lusso – o che rientri comunque nelle categorie catastali catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli e palazzi di pregio artistico o storico) – il versamento dell’Imu è obbligatorio anche se è casa di residenza del nucleo familiare.
Inoltre, sono soggetti a versare questa tassa, che viene incassata dai Comuni, tutti i proprietari di terreni agricoli e aree fabbricabili, e anche tutti coloro che non sono proprietari di un immobile ma vantano un diritto su di esso, come per esempio l’usufrutto.
Come si calcola e come si paga l’Imu
Per calcolare l’Imu si parte da una base di calcolo fornita dalla rendita catastale, che viene rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente corrispondente alla tipologia di immobile oggetto della tassazione, che nel caso delle abitazioni è 160.
Una volta calcolata con questa formula la base imponibile, si procede ad applicate le aliquote di riferimento: quella di base è lo 0,86% su tutto il territorio nazionale, ma può variare di anno in anno in base alle specifiche delibere comunali.
Inoltre, ai comuni spetta il diritto di maggiorare l’aliquota Imu fino a un massimo del 1,14%, in sostituzione del secondo tributo che doveva essere corrisposto, la Tasi, che è stato eliminato dal 2020.
Per quanto riguarda le modalità di pagamento, il versamento dell’Imu è previsto in due rate, una con scadenza il 16 giugno per l’acconto, e una con scadenza il 16 settembre per il saldo. Il pagamento può essere effettuato tramite il modello f24 o tramite bollettino postale.
Dal 2016, è prevista una particolare riduzione del 50% della base imponibile per il calcolo dell’Imu solo per chi abbia degli immobili concessi come abitazione di prima casa a parenti entro il primo grado, ovvero figli e genitori, ma solo se il contratto è registrato, il proprietario possiede solo un immobile in Italia e non dimora nello stesso comune dove è locato l’immobile concesso in comodato d’uso.