Investimenti contro l’Inflazione
Articolo a cura di Claudio Ciolli, private banker.
Introduzione
L’inflazione ad oggi è argomento di conversazione molto diffuso: telegiornali, quotidiani locali e nazionali, social, ne sentiamo parlare un po’ ovunque. Dopo anni in cui l’aumento del costo della vita pareva scomparso, l’impennata dei prezzi di energia e generi alimentari ha riportato il tema al centro delle nostre vite.
In realtà l’inflazione è del tutto normale in un sistema economico: uno dei motivi per cui si investe è proprio quello di proteggere il proprio patrimonio dall’erosione del potere di acquisto.
Bene… ma come investire?
La pianificazione finanziaria
Un tasso di inflazione del 2% è considerato fisiologico: è un po’ come la temperatura corporea. Vi è un livello considerato sano, al di sopra od al di sotto di tale livello si possono scatenare delle reazioni negative per le economie e per le nostre vite.
Il tasso d’inflazione può essere talvolta quindi particolarmente alto, talvolta più basso: in ogni caso, storicamente, ogni anno con una singola unità di moneta acquistiamo meno beni dell’anno prima.
Il primo obiettivo di una pianificazione finanziaria ottimale si basa sulla difesa a più livelli del proprio patrimonio dall’aumento del costo della vita.
La piramide finanziaria
La pianificazione finanziaria è costruita su di una piramide che suddivide i vari impieghi del nostro patrimonio in cassetti, in modo da porre degli obiettivi temporali precisi.
- Liquidità: parte del mio patrimonio destinata ad esigenze di spesa quotidiana, solitamente non remunerata.
- Riserva: parte del mio patrimonio che destino a spese da realizzare entro l’anno od a copertura di imprevisti.
- Investimenti: parte del mio patrimonio che destino a progetti superiori a tre anni.
- Previdenza: impieghi a protezione propria (fondo pensione) o di terzi soggetti (polizze sulla vita)
- Extra-rendimento: parte che intendo destinare al gioco (inteso come acquisto di singoli titoli alla ricerca di massimi rendimenti ma con rischio notevole anche di poter perdere il capitale nella sua totalità). Trattandosi di speculazione e non di investimento non verrà trattata in questo articolo.
Come riuscire a far crescere il mio patrimonio più dell’inflazione?
Non esiste una formula magica, non esiste una unica medicina.
Esiste però un metodo che, se gestito in maniera ottimale, permette nel tempo di raggiungere l’obiettivo. Il metodo è quello della pianificazione finanziaria. Si tratta di una serie di scelte di allocazione, definizione di obiettivi temporali e di corrette abitudini che nel tempo faranno la differenza.
Vediamo i passi da seguire per raggiungere il nostro obiettivo
Mantenimento di una liquidità corretta: il livello di liquidità da tenere libero nel conto corrente deve essere adeguatamente dimensionato. Si calcola che debba coprire dalle sei alle otto volte le spese mensili nel caso di un lavoratore dipendente, dalle dieci alle dodici volte nel caso di un imprenditore o di un libero professionista. Trattandosi di una risorsa non remunerata è importante mantenere un livello non troppo basso (ci deve coprire dalle spese correnti e fornire serenità) ma al tempo stesso non eccessivo (si tratta della parte sicuramente soggetta ad una perdita di potere di acquisto).
Costituzione di una adeguata riserva: la riserva è quella parte del mio patrimonio che dovrà coprire gli imprevisti. Si costituisce di impeghi ad un anno, massimo due. La riserva è ancora un impiego difensivo in cui i rendimenti bene che vada riusciranno a pareggiare l’inflazione. Nel momento in cui scrivo i rendimenti dei principali titoli, che sono adatti (per la loro bassa volatilità) a costituire un salvadanaio da utilizzare al bisogno, sono inferiori all’inflazione. Anche qui è importante un adeguato dimensionamento del cassetto, in genere andando ad individuare spese certo entro l’anno e dando una valutazione di quello che può essere l’importo massimo di un imprevisto che può accadere (ricorrendo anche a memoria di quanto accadutoci in passato).
Investimento e previdenza: si allunga in questo caso il nostro obiettivo temporale. Quando andiamo a programmare per raggiungere una crescita del capitale per un tempo superiore ai tre anni ci possiamo avvalere delle grandissime potenzialità di lungo periodo dei mercati azionari. In questo caso l’obiettivo è quello di mantenere od incrementare il potere di acquisto dei nostri risparmi.
È finita qui? Certo che no… importante, dopo aver determinato l’allocazione personale ottimale, è il monitoraggio dell’andamento dei singoli cassetti e rimodellarli qualora venissero a cambiare le situazioni di vita. Affinché si possa infatti mantenere il potere di acquisto del patrimonio è necessario che vi sia sempre perfetta coerenza fra quella che è l’allocazione dei propri risparmi e quelli che sono gli obiettivi di vita da raggiungere per il loro tramite.
Quali sono allora gli strumenti da utilizzare
Dopo una corretta definizione della liquidità da mantenere in conto corrente, andrò ad utilizzare per ciascun cassetto ciò che mi permette di combattere meglio l’inflazione.
Riserva: titoli a reddito fisso od indicizzati all’inflazione (singoli od inseriti in contenitori quali gestioni patrimoniali o fondi comuni di investimento).
Investimento: adeguate combinazioni di gestioni bilanciate od azionarie (qualora si abbiano obiettivi di lungo periodo) permettono di arrivare al termine del periodo stabilito per il nostro obiettivo (non inferiore ai cinque anni) con una ottima possibilità di mantenimento del potere di acquisto.
Previdenza: l’utilizzo di una componente azionaria nei fondi pensione (congrua con il periodo necessario a raggiungere i requisiti di pensionamento) e nelle polizze sulla vita, da mantenere per un periodo superiore ai cinque anni, può fornire le giuste armi per sconfiggere l’inflazione.
Monitorare e gestire i diversi obiettivi diventa fondamentale. Ecco, infatti, come le tre principali forme di investimento si comportano nei confronti dell’aumento generalizzato dei prezzi tipico delle nostre economie.
Liquidità: perde sempre contro l’inflazione ma ci permette di vivere quotidianamente (la nostra vita si sviluppa nel quotidiano…).
Titoli di Stato/obbligazioni: ci forniscono un rendimento fisso e certo, oppure indicizzato all’aumento del costo della vita. A differenza della liquidità arginano l’inflazione ma spesso non la superano, la loro caratteristica principale però è di essere disinvestibili in qualsiasi momento con una oscillazione di prezzo minima.
Gestioni azionarie (inserite in contenitori quali fondi o gestioni patrimoniali): sul lungo periodo il loro rendimento reale (vale a dire al netto dell’aumento del costo della vita) è spesso positivo. Hanno valori di mercato che oscillano in maniera ampia, per cui la loro vittoria sull’inflazione è incerta nel breve ma molto più probabile su periodi superiori ai 10 anni.
Ne consegue che un corretto mix di questi strumenti può permettere di proteggere il tuo patrimonio coerentemente a quella che è la tua situazione personale e familiare ed a quelli che sono gli obiettivi di vita da raggiungere o le persone da proteggere.
Conclusioni
Come hai potuto vedere, per garantire una crescita effettiva del patrimonio nel tempo è necessaria una strategia che tenga conto di quello che vogliamo raggiungere con i nostri risparmi e che sia inquadrata in una pianificazione finanziaria fortemente personalizzata.
Importantissimo condividere con il tuo consulente quelli che sono i tuoi obiettivi affinché possa monitorare costantemente l’evoluzione delle tue esigenze personali in relazione ai cassetti impostati.
Fondamentale infine la diversificazione, che non deve essere un semplice fare cose diverse… deve essere comunque funzionale a dove vogliamo arrivare…
È proprio impostando una strategia con il proprio consulente che puoi decidere in che misura combattere l’inflazione nel breve, nel medio e nel lungo periodo, conciliando il tutto sulle tue priorità di vita.