Investire in ETF: cosa sono e come funzionano
Nonostante un netto ritardo, anche in Italia sono sempre di più le persone che decidono di investire una parte dei propri risparmi, scegliendo soprattutto i mercati finanziari per cercare di sfruttarne le ernormi potenzialità. Uno strumento particolarmente interessante, molto in auge negli ultimi anni, sono gli ETF, dei fondi d’investimento legati agli indici borsistici, differenti dai tradizionali fondi comuni, che risultano più economici, semplici e decisamente meno volatili. Vediamo nel dettaglio come investire in ETF nel 2019.
ETF: caratteristiche principali
La sigla ETF, Exchange Traded Fund, ovvero fondi che vengono scambiati in Borsa, sono degli strumenti finanziari d’investimento, che a differenza dei fondi comuni non sono gestiti da una società specializzata, ma seguono appunto l’andamento del mercato. In questo caso il valore degli ETF è legato quindi al rendimento degli indici, che mostrano quotidianamente il risultato ottenuto da una serie di titoli di riferimento, contenuti al loro interno.
Ad esempio un indice può riunire i titoli tecnologici, come succede per il Nasdaq, i titoli delle principali aziende di un determinato Paese oppure delle piccole e medie aziende. L’ETF sarà perciò vincolato alle prestazioni dell’indice di riferimento, quindi non potrà né guadagnare né perdere più o meno del mercato azionario su cui è stato costruito. Si tratta di uno strumento piuttosto economico, ideale per un piccolo investitore, che consente anche una discreta diversificazione del proprio portafoglio d’investimento.
Differenti tipi di ETF
Gli ETF non sono tutti uguali, infatti esistono due tipologie differenti di questi strumenti, quelli a replica fisica e replica sintetica. I primi prevedono l’acquisto effettivo dei titoli azionari, contenuti all’interno degli indici collegati, mentre i secondi sono costruiti con artefici finanziari complessi, che evitano tale passaggio. Entrambi offrono rischi e caratteristiche diverse, tuttavia non c’è un vademecum unico per scegliere uno o l’altro, in quanto la decisione dipende dalle proprie esigenze d’investimento.
Come investire in ETF
Per acquistare degli ETF è necessario rivolgersi presso una banca, attivando un conto di trading, oppure investire online tramite piattaforme specializzate come Moneyfarm. Oggi, la maggior parte degli istituti di credito, offre la possibilità di effettuare tale operazione online, una soluzione che consente un notevole risparmio sui costi legati alla compravendita di ETF. Le commissioni sono variabili, perciò è importante informarsi sui costi prima della sottoscrizione, tuttavia operando online è possibile ottenere commissioni inferiori allo 0,7%.
Gli ETF si acquistano come un’azione, perciò la procedura è abbastanza semplice e immediata, inoltre possono essere rivenduti in qualsiasi momento sul mercato, garantendo una finestra di uscita piuttosto sicura, sempre tenendo conto degli andamenti delle borse di riferimento. Un buon investimento in ETF dovrebbe essere costruito sul medio-lungo periodo, evitando la volatilità tipica delle operazioni a breve termine.
Per quanto riguarda il possibile rendimento bisogna fare attenzione. Gli ETF di indici estremamente promettenti, come ad esempio quelli di Paesi emergenti, sono sicuramente molto profittevoli, almeno a livello potenziale, ma altrettanto rischiosi. Al contrario gli ETF europei e americani sono più sicuri, ma al contrario il rendimento rimane più contenuto, una scelta che dipende dalla propria propensione al rischio e a quanto si è disposti a mettere in gioco.
ETF: pro e contro
Gli ETF sono sicuramente uno strumento adatto ai piccoli investitori, meno insidioso rispetto ai fondi comuni e al trading online sui derivati, allo stesso tempo presentano anche alcuni svantaggi. Ad esempio gli ETF a replica sintetica possono presentare una perdita del capitale, seppur contenuta entro il 10% dell’importo complessivo, tuttavia è un aspetto da prendere in considerazione al momento della scelta dell’asset.
Al contrario gli ETF offrono diversi vantaggi, tra cui bassi costi di entrata e gestione solitamente inferiori allo 0,5%, un’elevata facilità di vendita sul mercato, in caso di problemi di liquidità o altre urgenze, una buona flessibilità e un’ottima sicurezza sul capitale. Un ETF a replica fisica è complematamente svincolato dalla società di gestione, quindi nel caso di fallimento della banca o dell’intermediario l’investimento non sarebbe esposto ad alcun rischio.
Come scegliere gli ETF su cui investire
Anche per gli ETF, come per tutti gli altri investimenti finanziari, è necessario diversificare il più possibile il proprio portafoglio, per diminuire i rischi e aumentare le possibilità di rendimento. I prodotti giusti vanno scelti in base alla propria disponibilità economica, alla propensione al rischio, alle valute su cui si vuole puntare e alle aree geografiche di riferimento, optando per Paesi potenzialmente profittevoli ma non eccessivamente incerti.
Inoltre è consigliabile bilanciare il proprio portafoglio, destinando una buona parte del capitale ad ETF di tipo obbligazionario, ovvero legati a titoli che comprendono obbligazioni, mentre soltanto una parte minoritaria ad ETF azionari, riferiti a indici che includono azioni. Allo stesso tempo non bisogna esporsi troppo su Paesi emergenti, mantenendo una quota cospicua in Europa e Stati Uniti e decisamente più bassa in Asia, Africa e Sudamerica.