IUC 2019: come calcolare e pagare IMU, TARI e TASI
Dal 2014 le tasse sulla proprietà e la residenza immobiliare sono accorpate all’interno della IUC, l’imposta comunale unica, la quale comprende l’IMU, la TARI e la TASI. Si tratta di un sistema di gestione semplificato, tuttavia ogni tributo viene calcolato e pagato in maniera differente, a seconda delle indicazioni previste dalle normative di legge. Vediamo nel dettaglio come funziona la IUC 2019, da quali imposte è composta, come si calcola e quando bisogna pagarla per evitare di incappare nelle sanzioni.
Cos’è l’IMU e chi deve pagarla
Una delle tasse principali sulla casa è l’IMU, un acronimo che sta per Imposta Municipale Unica. Si tratta nello specifico di un tributo applicato sul possedimento di un immobile, quindi deve essere pagato da tutte le persone che hanno una casa di proprietà. Dal 2014 è stata prevista un’esenzione per le abitazioni residenziali principali, perciò è possibile godere di un’esclusione per la prima casa. Al momento la tassa deve essere pagata nei seguenti casi:
- seconde abitazioni e successivi immobili di proprietà;
- case considerate di lusso;
- locali commerciali;
- capannoni industriali;
- uffici;
- locali non pertinenti l’immobile principale.
Le normative di legge prevedono dunque il pagamento dell’IMU sulle abitazioni di lusso, anche se prima casa di residenza, ovvero tutti quegli immobili classificati nelle categorie catastali A8 (ville), A1 (case signorili) e A9 (edifici di pregio storico o artistico). Ugualmente è necessario versare l’imposta sulla casa se si possiedono locali commerciali, fabbricati, capannoni, uffici e sugli immobili al di fuori dell’abitazione principale, come ad esempio garage e cantine.
Come si calcola l’IMU?
Per capire quanto bisogna pagare di IMU, qualora si fosse proprietari di un immobile che rientra nelle categorie soggette alla tassazione, è necessario effettuare un calcolo. Innanzitutto bisogna conoscere la rendita catastale dell’unità immobiliare, poiché si tratta di un valore indispensabile per effettuare tale operazione. In particolare la rendita catastale è un valore che viene determinato in base alla capacità dell’abitazione di generare reddito, ovviamente soltanto ai fini fiscali.
Per ottenere tale valore è necessario richiedere una visura catastale gratuita, rivolgendosi presso gli Uffici dell’Agenzia del Territorio, altrimenti è possibile utilizzare i servizi digitali messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, attraverso la funzionalità Consultazione delle rendite catastali. Nello specifico sono riconosciute 3 categorie catastali:
- abitazioni e uffici (Gruppo A);
- immobili collettivi (Gruppo B);
- locali uso commerciale (Gruppo C).
Per una casa di residenza o una seconda abitazione il calcolo viene seguito considerando i vani dell’immobile, per gli alloggi collettivi invece tenendo conto dei metri cubi, infine per i locali ad uso commerciale e vario attraverso la superficie espressa in metri quadrati. Una volta ottenuto il coefficiente bisogna moltiplicare questo valore, in base alla maggiorazione prevista dal comune di appartenenza, per un massimo previsto dalle normative di legge vigenti del 5%.
TASI: di cosa si tratta, calcolo e scadenze
Al contrario dell’IMU, invece, la TASI è un’imposta vincolata alla contribuzione per i servizi pubblici essenziali, come l’illuminazione pubblica delle strade, la manutenzione delle aree verdi, l’approvvigionamento idrico per l’acqua potabile, la gestione dei cimiteri, i servizi di protezione civile e così via. Anche in questo caso si tratta di una tassa comunale, utilizzata dalle amministrazioni locali per pagare i servizi pubblici sopraelencati, che rientrano all’interno dei cosiddetti servizi indivisibili, ovvero per i quali non è possibile contabilizzare una tariffa per ogni utente specifico.
Allo stesso modo di quanto previsto per l’IMU, anche il calcolo della TASI viene effettuato a partire dalla rendita catastale, con la rivalutazione di una maggiorazione fino al 5%. Il coefficiente individuato per il 2019 è di 160 per gli immobili de Gruppo A (abitazioni e uffici), di 140 per quelli del Gruppo B e via via sempre più basso fino ad arrivare agli immobili di categoria catastale C1, per i quali si applica un valore fisso di 55.
Anche la TASI gode di alcune agevolazioni, infatti non deve essere versata sulle abitazioni principali di residenza, ad esclusione delle seconde case e degli immobili di lusso o signorili, oppure alle case di cooperative sociali ed edilizie. Rientrano nelle esclusioni dalla TASI anche le abitazioni intestate ad anziani, se ospitati all’interno di strutture di ricovero e degenza, le case assegnate a uno dei coniugi in seguito a separazione o divorzio e gli immobili posseduti da cittadini italiani residenti all’estero, regolarmente iscritti all’AIRE.
Chi invece deve necessariamente pagare la TASI sono i proprietari dei seguenti immobili:
- seconde abitazioni e successive unità;
- capannoni rurali ad uso strumentale;
- prime abitazioni considerate di lusso;
- locali appartenenti a un’azienda;
- uffici e negozi commerciali.
Cos’è la TARI e come si calcola
La terza componente della IUC è la TARI, l’imposta sui rifiuti, una tassa corrisposta per la gestione dei rifiuti solidi urbani e la gestione dell’interno servizio di raccolta, trattamento e smaltimento. Introdotto con la Legge di Stabilità del 2014, questo tributo è vincolato alla residenza effettiva all’interno dell’immobile, quindi non alla sua proprietà. In tal caso, ad esempio, se l’abitazione è affittata è tenuto a pagare l’imposta l’inquilino e non il titolare dell’appartamento.
Le persone che devono pagare la TARI sono praticamente tutte, poiché viene applicata a locali chiusi o alle superfici aperte, all’interno delle quali risiedono soggetti che possono produrre rifiuti solidi urbani. La tassa è composta da una quota fissa e una variabile, la prima è vincolata alle dimensioni della superficie dell’immobile o del terreno, calcolata dunque in metri quadrati, la seconda a seconda del numero di persone che costituiscono il nucleo familiare o che risiedono nel locale soggetto a tassazione.
IUC 2019: come pagare IMU, TARI e TASI
Come abbiamo accennato all’inizio, dal 2019 IMU, TARI e TASI sono state integrate all’interno della IUC, ovvero l’imposta comunale unica, preservando tutte le agevolazioni e le caratteristiche delle tre componenti che la compongono. La scadenza della IUC 2019 è suddivisa in 3 tappe, l’acconto da versare entro il 17 giugno relativo a IMU e TASI, il resto del pagamento di TASI e IMU da effettuare non oltre il 16 dicembre 2019, infine l’ultimo pagamento riguarda la TARI, la tassa sui rifiuti, la cui scadenza è vincolata alle indicazioni fornite dal proprio comune di appartenenza.
Solitamente la TARI prevede un versamento dilazionato, con acconto entro il 30 aprile e saldo non oltre il 31 ottobre, altrimenti si può optare per il versamento in un’unica soluzione prima del 30 aprile. Il pagamento della IUC 2019, tramite il versamento delle tre imposte singole, si può realizzare attraverso il modello F24 utilizzando i servizi telematici della propria banca o del gruppo Poste Italiane, altrimenti è possibile recarsi presso una qualsiasi filiale bancaria o postale ed eseguire il pagamento di persona allo sportello.