Lavorare a Londra, cosa cambia con la Brexit
Dopo la decisione del Regno Unito di uscire dall’Unione Europa, ancora non sono ben chiare quali saranno le ripercussioni per le migliaia di cittadini europei che vivono e lavorano a Londra e nelle altre città britanniche. Secondo le ultime statistiche, nel solo settore sanitario, circa il 18% del personale italiano ha già lasciato il Regno Unito, mentre addirittura il 45% starebbe pensando di lasciare il Paese. A pesare di più sono proprio le incertezze dovute all’attuale mancanza di provvedimenti. In poche parole nessuno conosce quali saranno le condizioni future per lavorare a Londra, quindi sono già molti gli italiani trasferitisi in Gran Bretagna che stanno pensando seriamente di spostarsi altrove. Cerchiamo quindi di capire cosa cambierà con la Brexit per gli italiani che lavorano a Londra.
Brexit e lavoro a Londra: la situazione attuale
Per il momento la scelta del Regno Unito di non far più parte dell’Unione Europea non ha avuto ripercussioni immediate, lasciando invariate le condizioni previste dalla legge britannica sulla residenza dei cittadini italiani ed europei sul suolo britannico. Quindi per adesso sono ancora valide le vecchie norme, nonostante siano molte le voci che indichino una possibile chiusura delle frontiere già a marzo di quest’anno. Subito però sono arrivate le smentite dell’establishment britannico e della stessa ambasciata italiana a Londra, che hanno ribadito come fino all’ufficialità della Brexit non ci saranno modifiche alla libera circolazione dei cittadini europei nel Regno Unito. Il problema non riguarda soltanto gli italiani e gli europei trasferitisi in Gran Bretagna, ma anche oltre un milione di cittadini inglesi residenti all’estero, sui quali sarà necessario trovare una soluzione congiunta.
Cosa cambia per chi vive già a Londra
Tutti i cittadini che vivono stabilmente a Londra, pagando regolarmente le tasse da almeno 5 anni, possono richiedere la cittadinanza inglese. Si tratta di una procedura piuttosto complessa e relativamente lunga, ma rimane una delle migliori soluzioni per mettersi al riparo dalle conseguenze della Brexit. Questo titolo si chiama Permanent Residence e può essere richiesto da chiunque risieda in Gran Bretagna da oltre 60 mesi. La durata del Permanent Residence è di 12 mesi, dopo i quali è possibile iniziare la procedura per la richiesta della cittadinanza inglese e la relativa naturalizzazione. Il costo di questo documento è di 65£. Per la cittadinanza definitiva, ovvero per diventare inglese e ottenere il passaporto britannico, bisogna invece essere in possesso dei seguenti requisiti:
- 18 anni d’età
- fedina penale pulita
- aver vissuto 5 anni nel regno Unito
- avere la Permanence Residence da 12 mesi
- non aver passato fuori dal Regno Unito più di 450 giorni in 5 anni
- non aver passato fuori dal Regno Unito più di 90 giorni negli ultimi 12 mesi
- livello di inglese minimo certificato B1
- conoscenza della storia, cultura e delle norme giuridiche del Paese
Tutti questi requisiti prevedono una certificazione attraverso una serie di test, tra cui una prova di lingua e una di storia e cultura inglese, il Life in the UK. Il costo della naturalizzazione è di circa 300£, compresi i test e le prove da sostenere. Una volta superati tutti questi passaggi è possibile richiedere la cittadinanza e il relativo passaporto, rivolgendosi agli uffici preposti del comune di residenza.
Come lavorare a Londra dopo la Brexit
Per chiunque voglia trasferirsi a Londra per lavorare non cambia assolutamente nulla, infatti rimangono valide le vecchie normative. Attualmente è possibile risiedere sul suolo britannico senza nessun tipo di permesso, fino a un massimo di 3 mesi. Superata questa soglia è necessario richiedere un permesso di soggiorno e avere un lavoro, con un regolare contratto che offra garanzie sulla propria autosufficienza reddituale.
Trasferirsi e lavorare a Londra dopo la Brexit conviene ancora?
Sicuramente chi pensa di trasferirsi adesso a Londra dovrà fare i conti con gli sviluppi della Brexit. L’uscita della Gran Bretagna dall’Europa provocherà inevitabilmente delle restrizioni agli accessi dei cittadini europei, che probabilmente verranno equiparati a quelli dei cittadini extracomunitari. Quindi sarà necessario passare per una selezione iniziale, in base alle proprie capacità professionali e ai lavori richiesti nel Paese, un po’ come avviene già in Australia. Lo stesso varrà per chi risiede nel Regno Unito da meno di 5 anni, che potrebbe improvvisamente vedersi negare il visto temporaneo ed essere costretto ad uscire dal Paese.
La situazione post Brexit è ancora piuttosto incerta, ma chiunque abbia intenzioni serie e voglia trasferirsi e rimanere a vivere a Londra, dovrà necessariamente fare i conti con un inasprimento delle condizioni. Invece tutti i cittadini italiani che vogliono passare un periodo limitato a Londra, per lavorare e soprattutto per imparare l’inglese, non dovrebbero trovare particolari problemi, proprio grazie alla natura temporanea della loro permanenza. Per saperne di più bisognerà attendere la fine dell’anno, quando sicuramente il Governo britannico prenderà delle decisioni precise sul futuro dei cittadini europei residenti nel Regno Unito.