Lavoro come Babysitter: cosa prevede la legge?
Ancora oggi alcuni lavori sono considerati di basso livello, seppur rappresentino una professione di tutto rispetto e possano a volte offrire un salario più che dignitoso. Per esempio quello della babysitter è un lavoro completamente regolamentato dalla legge italiana, che inquadra questa professione e ne determina i compiti e il contratto. Inoltre la babysitter è un lavoro riconosciuto anche in molti paesi esteri, dove anzi è presente un’ampia richiesta di figure professionali di alto livello. Vediamo quale sono le mansioni e le retribuzioni medie previste dalla legge per le babysitter.
Contratto di lavoro e compiti della babysitter secondo la legge italiana
L’Inps prevede un inquadramento preciso delle persone che lavorano come babysitter all’interno del nostro Paese, esattamente come lavoratori domestici insieme alle colf e alle badanti. Queste professioni sono accomunate dall’ambiente di lavoro, che in tutti questi casi si svolge all’interno dell’abitazione della famiglia e del contesto familiare. Seppur, purtroppo, ancora oggi molte persone lavorano in nero, la legge offre la possibilità ai lavoratori e ai datori di lavoro, in questo caso quindi le famiglie, di regolarizzare la propria posizione.
Quella del lavoratore domestico è una professione stabilita dalla legge n.339 del 2 aprile del 1958. La norma afferma che può essere considerato un lavoratore domestico chiunque offra le sue prestazioni professionali al servizio della vita familiare, in particolare in modo continuativo e con compiti volti al funzionamento della famiglia. Inoltre riporta che il lavoratore o la lavoratrice possono svolgere sia mansioni generiche che particolari, fino a raggiungere elevate competenze professionali.
I contratti lavorativi delle babysitter, come di qualsiasi lavoratore domestico, possono rientrare in tre differenti forme:
- a servizio intero
- a mezzo servizio
- a ore
Le babysitter a servizio intero sono quei lavoratori che vivono all’interno del nucleo familiare, ricevendo quindi vitto e alloggio e prestando un servizio domestico che ricopre l’intera giornata. Invece le babysitter a mezzo servizio sono quelle che non superano le 4 ore giornaliere, oppure le 24 ore settimanali, senza vivere all’interno dell’abitazione familiare. Infine il contratto di una babysitter può essere a ore, quando le ore settimanali sono inferiori a 24 e le prestazioni sono concesse soltanto in alcuni giorni della settimana. I contratti di lavoro delle babysitter sono regolati dal CCNL di categoria del 13/02/2007. Questa normativa prevede l’obbligo per i datori di lavoro di sottoscrivere una copertura assicurativa per i lavoratori domestici, come sancito dall’articolo 26 del DPR 1403/71.
L’assicurazione è prevista anche nel caso la figura della babysitter sia ricoperta da un pensionato, da un lavoratore in prova oppure da uno già assicurato per un’altra professione svolta altrove. La babysitter può essere svolta anche con un contratto di lavoro a prestazione occasionale accessoria, come stabilito dalla circolare dell’Inps n.44 del 24 marzo del 2009. In questo caso però è necessario che la retribuzione annua non superi i 5.000 euro. La legge prevede anche una tassazione particolarmente agevolata, per cercare di contrastare il lavoro nero e favorire l’emersione dei lavoratori.
Babysitter: retribuzione e mansioni
La figura della babysitter prevede dei diritti e dei doveri. tra cui ci sono le seguenti mansioni:
- la custodia e la sorveglianza dei figli
- l’alimentazione e la somministrazione delle refezioni d’accordo con la famiglia
- l’educazione dei bambini secondo una linea stabilita dai genitori
- il divertimento e lo svago sia in casa che all’aperto, previa autorizzazione dei genitori
- l’espletamento dei compiti scolastici e di altre attività impartite dalla famiglia
Come visto quello della babysitter è un lavoro complesso, che richiede esperienza e diverse abilità, tra cui alcune nozioni di primo soccorso, di educazione infantile, di psicologia, oltre a una buona dose di pazienza, concentrazione e autocontrollo. La retribuzione di una babysitter può variare in base all’esperienza e al livello professionale, ma dal primo gennaio del 2017 deve rispettare dei criteri minimi stabiliti dalla Circolare n.13 dell’Inps. In particolare questa normativa individua diverse fasce di prezzo, all’interno delle quali ogni babysitter deve essere inquadrata secondo alcuni parametri. Per esempio la retribuzione minima di una babysitter, che lavora a tempo pieno ed è ospitata all’interno della famiglia, può essere di:
- 625,15€ al mese o 4,54€ l’ora se di livello A (lavoratore domestico con meno di 12 mesi di esperienza, senza incarichi di assistenza alle persone o completamente inesperiente);
- 738,82€ al mese o 5,36€ l’ora se di livello A Super (con incarichi di assistenza alle persone);
- 795,65€ al mese o 5,68€ l’ora se di livello B (assistenti familiari con esperienza o con capacità professionali specifiche);
- 852,48€ al mese o 6,02€ l’ora se di livello B Super (incarichi di assistenza a persone autosufficienti, di cucina e di pulizia della casa);
- 966,15€ al mese o 6,70€ l’ora se di livello C Super (incarichi si assistenza a persone non autosufficienti);
- 1.136,64€ al mese o 7,73€ l’ora se di livello D (collaboratori con incarichi di alta responsabilità o totale autonomia domestica);
- 1.193,47 al mese o 8,07€ l’ora se di livello D Super (incarichi di assistenza professionale di alto livello a persone non autosufficienti).
Nel caso di contratti part time la retribuzione minima di una babysitter deve essere di:
- 568,32€ mensili per i lavoratori di livello B
- 596,74€ mensili per i lavoratori di livello B Super
- 659,24€ mensili per i lavoratori di livello C
Per maggiori informazioni è possibile consultare la Circolare Inps n.13 del primo gennaio 2017.