Le elezioni USA premiano Biden (e le azioni Amazon)
In molti potrebbero giustamente chiedersi: “in che modo l’andamento delle azioni Amazon e le elezioni USA sono collegate?”. Ebbene, lo sono e in diversi modi.
La vittoria di Biden (nonostante la guerra coi mulini a vento inaugurata da Trump), infatti, non ha solo un importante valore simbolico per il popolo americano, ma un impatto concreto su non poche aziende, in primis Amazon.
Ecco perché, quando all’alba delle elezioni i più si dicevano pronti a ridurre la propria esposizione sui titoli del colosso mondiale dell’e-commerce, alcune agenzie di rating hanno anche loro fatto suonare un campanellino di allarme, modificando i target price per la società di Bezos.
Il risultato delle elezioni, tuttavia, ha ancora una volta rimescolato le carte in tavola, costringendo ad apportare modifiche ai modelli analitici su come investire in azioni Amazon. Per il colosso si aprirebbe, dunque, una nuova era e un ulteriore periodo di rialzo. Stavolta verso quota 3.800 dollari.
Bezos e Trump: un’inimicizia dichiarata
Nonostante la corsa del titolo Amazon verificatasi negli ultimi mesi ha del miracoloso, la cosa effettivamente sorprendente da constatare è il fatto che non si è trattata di una corsa priva di ostacoli.
Per ostacoli, ovviamente, non si intende solo la pandemia ma anche e soprattutto lo zampino del Tycoon, il quasi ex-presidente Donald Trump.
L’inimicizia tra l’uomo più ricco del mondo e l’uomo più potente del mondo dura ormai da anni e ha una particolare causa scatenante: il Washington Post.
Jeff Bezos, CEO e Presidente di Amazon, infatti, non possiede solo il colosso dell’e-commerce ma anche il Washinton Post, quotidiano americano con una tiratura di quasi mezzo milione di copie (838mila la domenica) che gode di una certa reputazione oltreoceano.
Ebbene, il Washington Post è tutt’altro che un quotidiano allineato con qualsiasi cosa la Casa Bianca decida di dichiarare (si tratta di un giornale serio). I vari scandali hanno insegnato al mondo quanto poco clemente sia stato Trump nei confronti della stampa avversa e, purtroppo, il Presidente americano ha deciso di trasformare questa antipatia in una faccenda personale.
È stato così nell’Ottobre 2019, quando un “suggerimento” presidenziale è costato ad Amazon Web Services l’appalto del Pentagono per il JEDI (Joint Enterprise Defense Infrastructure). L’appalto, assegnato così a Microsoft, valeva l’esigua cifra di 10 miliardi di dollari e la collaborazione decennale con il Ministero della Difesa americano.
Da allora le scintille tra i due non si sono mai spente. Ed ecco che si spiega il motivo per cui Amazon (e altre società della Silicon Valley, colpite dalla guerra commerciale con la Cina) abbia deciso di appoggiare la candidatura e la campagna di Biden alle presidenziali.
Amazon vola: obiettivo a lungo termine fissato a 3.800$
I target price per Amazon erano, all’inizio di Autunno, di gran lunga più ottimisti di adesso. La società, infatti, si diceva pronta a sfondare il livello dei 4000$ (II target price) e addirittura arrivare a 4.800$ (III target price).
Tuttavia Amazon non ha mai performato bene nei mesi autunnali, specialmente ad Ottobre, anche in virtù del fatto che ormai Bezos sembra aver confermato l’abitudine di prelevare qualche miliardo durante questi mesi attraverso operazioni di vendita delle azioni.
L’anno scorso toccò a 1,9 miliardi e quest’anno, a quanto pare, sono 3 i miliardi in azioni venduti dal CEO di Amazon.
Complessivamente, dunque, un mese di performance altalenanti che comunque hanno portato gli analisti ad individuare dei target price rialzisti.
Non più 4.800$ ma 3.800, dunque, almeno nel medio periodo.
Questo non toglie che il titolo possa nuovamente correre al rialzo non appena verranno pubblicati i risultati fiscali dell’anno (primi di Gennaio) e quando arriveranno gli ancor più importanti risultati semestrali (Giugno 2020), date in occasioni delle quali Amazon tende a schizzare al rialzo.