Lettera di dimissioni con o senza preavviso (anche online)
Capire come scrivere una lettera di dimissioni, con o senza preavviso, è fondamentale per rispettare le procedure previste dal CCNL, il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, evitando di perdere eventuali benefici assistenziali, danneggiare l’azienda per la quale si lavorava e crearsi una cattiva fama nell’ambiente. Se fino a qualche tempo fa, chi voleva interrompere un rapporto di lavoro poteva scrivere una lettera di dimissioni di proprio pugno, oggi dopo la riforma del Jobs Act è necessario utilizzare i canali telematici. In questa guida vedremo come compilare una lettere di dimissioni, quale procedura seguire per il suo invio, che differenze esistono fra le dimissioni con e senza preavviso, offrendo esempi e delucidazioni su vari aspetti collegati a questa operazione.
Lettera di dimissioni: cos’è e come funziona
La lettera di dimissioni è un atto ufficiale, con cui ogni lavoratore dipendente può recedere dal proprio contratto e informare della decisione il proprio datore di lavoro. Ogni settore specifico prevede delle modalità differenti, che il dipendente deve seguire per rispettare gli accordi presi tra i sindacati e le aziende, procedimenti debitamente specificati all’interno del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro di riferimento. Le motivazioni per la cessazione del lavoro possono essere diverse, ad esempio perché si è trovato un altro impiego, a causa di un trasferimento di residenza, per la sospensione temporanea dell’attività lavorativa, oppure per porre fine a un rapporto di lavoro non ritenuto più idoneo e salutare.
Le lettere di dimissioni sono documenti ufficiali, quindi bisogna assolutamente evitare di assumere un comportamento poco professionale, anche se alcuni eventi potrebbero offrire la volontà di vendicarsi del proprio ex datore di lavoro. Al contrario è importante mantenere un atteggiamento impeccabile, seguire alla lettera le procedure previste dal proprio CCNL, garantendosi l’accesso a tutti i programmi di sostegno al reddito, ai sussidi di disoccupazione e ricevendo un trattamento di fine rapporto adeguato rispetto a quanto maturato.
Fino a qualche anno fa la lettera di dimissioni era un semplice documento scritto, realizzato di proprio pugno dal lavoratore, da consegnare a mano al datore di lavoro oppure da inviare tramite raccomandata, all’attenzione dell’ufficio del personale della propria azienda. Oggi, invece, lariforma introdotta dal Jobs Act del Governo Renzi, risalente al 12/03/2016, prevede l’invio telematico delle lettere di dimissioni volontarie e delle risoluzioni consensuali, un intervento che ha voluto diminuire i casi delle cosiddette dimissioni in bianco (quando un lavoratore dava carta bianca al datore di lavoro, per gestire la risoluzione del contratto a condizioni vantaggiose per l’impresa e svantaggiose per il dipendente).
Come inviare una lettera di dimissioni
Per mandare una richiesta di dimissioni si possono scegliere due modalità differenti. La prima consiste nell’inviare il modulo attraverso il servizio messo a disposizione dal Ministero del Lavoro, presente sul sito web ufficiale. In questo modo si possono reperire e scaricare tutte le informazioni in merito alla propria posizione lavorativa, per quanto riguarda i rapporti successivi al 2008, mentre per quelli antecedenti è necessario indicare autonomamente le date di inizio e fine dell’impiego, il tipo di contratto, i dati specifici del proprio datore di lavoro e un indirizzo email PEC di riferimento (Posta Elettronica Certificata).
Infine basta aggiungere i propri dati personali e inviare telematicamente la lettera di dimissioni. In alternativa è possibile rivolgersi a un CAF, un patronato, un ufficio territoriale di un sindacato oppure a un consulente del lavoro abilitato. In tal caso la richiesta di risoluzione del contratto di lavoro avviene tramite delega, tuttavia la procedura è la medesima, quindi il professionista dovrà mandare la domanda online, specificando tutti i dati obbligatori previsti dalla normativa vigente. L’invio telematico consente di ottenere due informazioni molto importanti, la data di trasmissione per il calcolo del preavviso e un codice di identificazione della richiesta.
Lettera di dimissioni con preavviso
I lavoratori che vogliono recedere dal proprio contratto, ponendo fine al rapporto di lavoro in essere, devono inviare all’azienda o al datore di lavoro una lettera di dimissioni con preavviso. Si tratta di un modulo in cui vengono presentati i propri dati personali, la volontà di terminare il servizio, i giorni di tempo dopo i quali il rapporto potrà essere considerato cessato, le date di invio e consegna e appositi spazi per la firma e l’accettazione da parte del datore di lavoro. Questa procedura rispetta le norme inserite nel CCNL di riferimento, quindi spettano i contributi previsti dalla legislazione in materia.
Le informazioni che devono essere riportate nella domanda sono:
- nome e cognome del lavoratore
- indirizzo di residenza
- nome, ragione sociale e indirizzo del datore di lavoro
- la data al momento della compilazione
- una dichiarazione esplicita di dimissioni
- i giorni di preavviso messi a disposizione dell’azienda
- l’ultimo giorno utile di lavoro
- la firma del lavoratore
- uno spazio per la firma per accettazione del datore di lavoro
Lettera di dimissioni senza preavviso
In alcuni casi diventa inevitabile presentare una lettera di dimissioni senza preavviso, nonostante sia previsto dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro un periodo minimo, per dare il tempo necessario al datore di lavoro di adeguarsi alla perdita del personale. Tale operazione prevede la perdita di alcuni diritti da parte del lavoratore, tra cui quello al ricevimento dell’indennità sostitutiva e, a seconda delle situazioni, di alcuni sussidi di disoccupazione. Ogni domanda deve contenere alcune informazioni essenziali, tra cui:
- nome e cognome del lavoratore
- indirizzo di residenza del lavoratore
- dichiarazione esplicita della volontà di recedere dal contratto
- dichiarazione di consapevolezza dell’esistenza del preavviso
- il termine dal quale le dimissioni saranno effettive
- la data in cui avviene la spedizione
- le motivazioni che rendono impossibile dare il preavviso
- la firma del lavoratore
- uno spazio per la firma del datore di lavoro in caso di accettazione
Lettera di dimissioni con periodo di prova
Ogni impiego prevede un periodo di prova, un termine entro il quale è possibile recedere dal contratto in maniera semplice e veloce, da entrambe le parti. Solitamente tale periodo ha una durata compresa tra i 15 e i 30 giorni, tuttavia può variare in base al CCNL, all’impiego, al tipo di contratto e all’inquadramento professionale. A differenza delle lettere di dimissioni con preavviso, necessarie per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, in questo caso la risoluzione può avvenire senza preavviso, in qualsiasi momento. Per ufficializzarla basta inviare una richiesta specifica, riportando i propri dati personali, quelli relativi all’azienda e dichiarando la propria volontà a terminare il rapporto di lavoro, a partire da una data precisa.
Dimissioni per giusta causa
Se le dimissioni senza preavviso possono comportare delle conseguenze per il lavoratore, ad esempio una richiesta d’indennizzo da parte del datore di lavoro, le dimissioni per giusta causa permettono al dipendente di recedere dal contratto senza incappare in tali procedimenti. La normativa di legge, infatti, prevede tramite l’articolo 2119 del Codice Civile il diritto del lavoratore a licenziarsi qualora sussistano delle giusta cause, senza pagare sanzioni ma al contrario ricevendo tutti gli indennizzi previsti dalla legge.
Allo stesso tempo non sempre è facile determinare una giusta causa, infatti potrebbe aprirsi una diatriba legale tra il dipendente e il datore di lavoro. Normalmente vengono accettate in tal senso situazioni di abbassamento delle qualifiche del lavoratore, mancati pagamenti dello stipendio o di eventuali oneri accessori, irregolarità della posizione lavorativa, molestie sul posto di lavoro, mobbing dei superiori, assenza dei versamenti INPS per la previdenza, trasferimento del lavoratore in una sede distante oltre 50 Km senza preavviso o giustificazione, oppure insicurezza del luogo di lavoro.
Dimissioni con esonero dal preavviso
In alcuni casi specifici, il datore di lavoro può esentare il dipendente dal rispetto del preavviso, di fatto accordandogli le dimissioni senza preavviso. In questa situazione il lavoratore non incorre in sanzioni, quindi non perde l’indennità di disoccupazione, tuttavia deve dichiarare la sua completa rinuncia al percepimento dell’indennità sostitutiva. Si tratta di una conciliazione amichevole, che intercorre quando esistono dei buoni rapporti tra il datore e il lavoratore, perciò da una parte l’azienda permette al dipendente di non garantire il preavviso, dall’altra il lavoratore non deve pagare nulla al proprio datore, nonostante perda il trattamento economico d’indennità.
Il datore può rifiutare le dimissioni?
Di norma un datore di lavoro non può rifiutare una dichiarazione di dimissioni, in quanto non è possibile mantenere in azienda un lavoratore contro la sua volontà. Allo stesso tempo le dimissioni devono essere presentate nella maniera corretta, altrimenti potrebbero non essere convalidate dagli organi di competenza, di fatto rendendole nulle. La novità, introdotta con la Legge Fornero del 2012, riguarda infatti la convalida delle dimissioni da parte di organi come i Centri per l’Impiego o le Direzioni Territoriali del Lavoro.
Quando un datore riceve una lettera di dimissioni, deve inviarla entro 5 giorni agli uffici di competenza, ovvero al Centro per l’Impiego di riferimento, che provvedono al controllo delle procedure previste dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. Qualora dovesse mancare la convalida, il datore di lavoro deve richiedere l’intervento e l’accettazione del lavoratore stesso, che fino a un periodo massimo di 7 giorni può scegliere se revocare le dimissioni, ritornando al proprio impiego, accettare la richiesta di convalida o rifiutarla, risolvendo il contratto definitivamente.
Approfondimenti
Dimissioni volontarie. Guida ufficiale del Ministero del Lavoro
Video tutorial del Ministero del Lavoro sulla procedura per le dimissioni volontarie