Miglioramento sismico: il risparmio sulle spese per gli interventi passa per il Sisma Bonus
Al giorno d’oggi adeguare strutture abitative e lavorative precedentemente edificate ai protocolli che permettono di renderle sicure nelle aree a rischio sismico richiede una spesa più contenuta, grazie alle agevolazioni fiscali.
Infatti, attraverso il Sisma Bonus è possibile avvalersi di uno sconto in fattura che preveda la cessione del credito della detrazione che spetterebbe a un istituto creditizio con un recupero istantaneo della somma su cui la detrazione è applicata da parte del richiedente.
Di fatto, la spesa sostenuta dai diretti interessati risulta ridotta notevolmente e affrontabile con maggiore facilità. Questo rende, dunque, questo periodo particolarmente propizio per avvalersi della consulenza di imprese che lavorano nel settore e che aderiscono a questa iniziativa prevista direttamente dall’articolo 121 del Decreto. Tra queste c’è Seriana Edilizia, che dà l’opportunità di applicare lo sconto in fattura o di cedere il credito ed iniziare da subito l’opera di riqualificazione edilizia.
La differenza tra la cessione del credito e lo sconto in fattura risiede nel fatto che nel primo caso il committente cede, appunto, la somma di detrazione a un soggetto terzo, mentre nel secondo caso la cede direttamente al fornitore, occupandosi del pagamento della differenza. Ogni committente potrà, dunque, scegliere tra due diversi modelli quello che risulti più adatto alle sue disponibilità.
Cosa è importante sapere per richiedere il Sisma Bonus
Come si legge anche nell’approfondimento proposto da Seriana Edilizia, il Sisma Bonus per abbattere le spese per gli interventi di miglioramento sismico può essere richiesto dimostrando di soddisfare tutti i requisiti necessari.
Innanzitutto, gli edifici da riqualificare devono essere stati costruiti nelle zone sismiche 1, 2 e 3 e devono rientrare nella classificazione sismica aggiornata al 2017, che prevede otto classi a cui sono attribuite delle lettere, dalla A+ alla G, in base alla condizione in cui si trovi la struttura. Se si tratta della sede di un’azienda può richiedere il bonus chiunque ne abbia il titolo d’uso, non solo il proprietario effettivo dell’edificio; per quanto riguarda le dimensioni, esse non contano ai fini della richiesta.
Molto importante per capire l’entità della detrazione è il calcolo della classificazione sismica prima dell’intervento e dopo che esso è stato concluso: essa infatti oscilla tra valori diversi in base alle situazioni. È bene conoscere i parametri previsti per usufruire del Sisma Bonus.
Se l’edificio guadagnerà una classe sul rischio sismico allora il valore della detrazione previsto sarà del 70%; se il miglioramento prevederà la scalata di due classi, allora la detrazione sarà portata all’80%. Potrebbe accadere che non vi siano miglioramenti di classe e, in questo caso, la detrazione sarà del 50%. Per tale motivo è fondamentale fare un’adeguata perizia di inizio e fine intervento, così da avere un quadro chiaro e indiscutibile su cui costruire un piano di rimborso equo.
Una volta calcolata, la detrazione fiscale sarà liquidata nei cinque anni che seguiranno l’opera di riqualificazione. Sarà possibile usufruire del Bonus fino al 31 Dicembre 2024.
Come calcolare la classe sismica e la detrazione a cui si ha diritto
La classe sismica viene calcolata avvalendosi di due diverse metodologie: la prima prevede l’attribuzione di una classe superiore eseguendo un intervento di rinforzo locale e si parla di metodo semplificato.
La seconda prevede un’analisi puntuale eseguita attraverso dei software ad hoc che dia un risultato concreto e consapevole dell’effettivo stato dell’edificio prima e dopo le operazioni di miglioramento e si parla di metodo convenzionale.
Il primo sistema ha il vantaggio di poter intervenire più rapidamente, ma ha il limite di non permettere l’attribuzione di due classi di rischio sismico. Di conseguenza il secondo, quando praticabile, è sempre preferibile.