Naspi 2019: requisiti, durata, importo e come richiederla
La perdita del posto di lavoro è sempre un momento delicato, una situazione complicata per qualsiasi persona e famiglia, poiché è necessario far fronte alla diminuzione del reddito e all’esigenza di trovare una nuova occupazione. per questo motivo esistono programmi di assistenza per la disoccupazione come la Naspi, un servizio di tutela dei lavoratori gestito direttamente dall’Inps, che permette di ricevere un assegno di disoccupazione fino a un massimo di 1328,76 euro al mese. Vediamo in particolare quali sono i requisiti per la Naspi 2019, chi può richiederla e come effettuare la domanda.
Chi può richiedere la Naspi 2019
L’assegno di disoccupazione, erogato dall’Inps tramite il programma della Naspi, spetta a tutti i lavoratori dipendenti che hanno perso il proprio posto di lavoro, nel caso di licenziamenti involontari dovuti ad esigenze dell’impresa o del datore di lavoro. Rientrano in questa categoria le seguenti figure:
- apprendisti
- dipendenti pubblici con contratto a tempo determinato
- lavoratori di cooperative
- dipendenti privati con contratto a tempo indeterminato
- occupati subordinati del settore artistico
Tuttavia alcuni lavoratori non possono accedere alla Naspi, poiché sono previsti altri sistemi di integrazione del reddito per la disoccupazione. Tra questi ci sono:
- dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato
- lavoratori del settore agricolo
- occupati abili al prepensionamento
- titolari di assegni di invalidità
- lavoratori stagionali extracomunitari
Requisiti per l’accesso alla Naspi 2019
Per usufruire del contributo economico, presente all’interno della Naspi, è necessario risultare disoccupati ed aver perso il lavoro, per cause involontarie e non riconducibili al proprio operato, aver lavorato almeno 30 giorni negli ultimi 12 mesi, oltre al versamento di un minimo di 13 settimane di contributi versati, occorsi negli ultimi 4 anni prima dello stato di disoccupazione.
Possono accedere alla Naspi 2019 anche i lavoratori che hanno presentato le dimissioni per giusta causa, oppure durante il periodo di maternità, da un anno prima fino a 12 mesi dopo il parto, i dipendenti che hanno effettuato una risoluzione consensuale del contratto di lavoro, soggetti a licenziamento disciplinare o che hanno accettato la dimissione con criterio di conciliazione. Per quanto riguarda invece i periodi contributivi, vengono conteggiati anche eventuali lavori realizzati all’estero, assenze per malattia fino a 5 giorni e contributi ricevuti per maternità obbligatoria.
Sono invece esclusi dal conteggio i contributi figurativi, in particolare per malattia e infortuni sul lavoro, qualora esclusi dal pagamento effettuato dal datore di lavoro o dall’impresa, le prestazioni ricevute in regime di cassa integrazione, i contratti di solidarietà, i periodi di aspettativa non retribuiti, i permessi e i congedi parentali. I contributi ottenuti all’estero sono vincolati agli accordi con istituzionali, perciò per essere validi ai fini della Naspi è necessario che il Paese in questione rientri nei patti di riconoscimento internazionale con l’Italia.
Quanto si riceve con la Naspi 2019?
L’importo dell’assegno di disoccupazione varia in base ad alcuni aspetti, tuttavia il valore massimo non può in nessun caso superare il limite di 1.328,76 euro. L’importo viene calcolato a partire dai contributi ricevuti negli ultimi 48 mesi, valore che viene poi suddiviso per le settimane contributive e infine moltiplicato per un coefficiente fisso, pari a 4,33. Questa operazione serve per inquadrare il disoccupato in alcune fasce, determinando la soglia effettiva del rimborso.
I soggetti che ottengono un valore inferiore a 1.221,24 euro potranno ricevere fino al 75% della Naspi, mentre quelli che eccedono tale importo avranno una maggiorazione del contributo, non oltre il limite massimo di 1.328,76 euro. Ovviamente l’assegno viene erogato su tali cifre soltanto nei primi 3 mesi, infatti a partire dal quarto mese di ricezione della Naspi viene decurtato del 3%, operazione effettuata ogni mese ulteriore fino al decadimento del sussidio.
Quanto dura la Naspi 2019?
L’assegno di disoccupazione viene erogato fino a un massimo di 24 mesi, tuttavia la durata dipende dai contributi ricevuti negli ultimi 48 mesi, prima dell’avvenuto licenziamento previsto fra i criteri per l’ottenimento della Naspi 2019. L’Inps effettua un calcolo piuttosto semplice, per determinare la durata per ogni lavoratore, basato sulle settimane contributive degli ultimi 4 anni divise per due, ad esclusione dei periodi con coperti dal conteggio ai fini del provvedimento assistenziale.
Come richiedere la Naspi 2019
La domanda per l’accesso alla Naspi 2019 deve essere presentata esclusivamente online, entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. Sono compresi per il calcolo dei termini la data di disoccupazione, la scadenza del periodo di maternità non seguito da un ritorno all’impiego, oppure a partire dal 38° giorno qualora la cessazione dal servizio fosse dovuta a un licenziamento per giusta causa.
Le richieste vanno inviate per via telematica all’Inps, direttamente sul portale dell’istituto Nazionale di Previdenza Sociale, utilizzando il proprio codice PIN all’interno dell’area personale MyINPS. In alternativa è possibile effettuare la domanda telefonicamente, attraverso il servizio Contact Center dell’Inps, al numero 803 164 per le chiamate da fisso oppure al numero 06 164 164 per quelle da mobile. Inoltre si possono presentare le richieste per la Naspi 2019 anche tramite i CAF e i Patronati.
Naspi e reddito di cittadinanza: cosa succederà?
Nel 2019 ci sarà l’entrata in vigore del reddito di cittadinanza, una misura voluta fortemente dall’attuale Governo, che offrirà un sostegno economico agli inoccupati. Per il momento non è stata fatta chiarezza su alcuni punti, tra cui la possibilità di cumulare o integrare il reddito di cittadinanza con la Naspi, perciò non è possibile sapere se esisteranno o meno convergenze su questo punto. Probabilmente bisognerà attendere ancora qualche mese, comunque dovrebbero arrivare quanto prima delle delucidazioni in merito, che pubblicheremo su questo portale non appena saranno rese note.