Pignoramento prima casa: quando viene eseguito e come evitarlo
Nel corso degli anni c’ stato un aumento dei pignoramenti: la crisi iniziata qualche anno fa ha messo in difficoltà molte aziende e molti imprenditori, ma anche tanti consumatori e famiglie: ma cosa dice la legge in merito al pignoramento della prima casa? Vediamo in quali situazioni può essere seguito e soprattutto cosa si può fare per evitarlo.
Cos’è il pignoramento
Prima di tutto bisogna avere ben chiaro il concetto di pignoramento: con questo termine si indica l’atto con cui viene avviata l’espropriazione forzata dei beni, richiesta da un creditore che in questo modo può recuperare l somma che li spetta. Il pignoramento è disciplinato dagli articoli 491 e seguenti del terzo libro del codice di procedura civile. Si arriva al pignoramento della prima casa solo quando la situazione di indebitamento è particolarmente grave.
Quando la casa non può essere pignorata
La prima casa infatti viene considerato uno dei beni di proprietà più importanti ed in quanto tale vanta una maggiore tutela: un bene così fondamentale non dovrebbe essere mai oggetto di espropriazione forzata, ma purtroppo non è sempre così. La legge (Dpr 602/1973, modificato in seguito dal famoso Decreto del Fare) afferma che la prima casa non è pignorabile nel caso in cui il proprietario sia in debito nei confronti di un creditore pubblico.
Questo significa che il divieto di espropriazione forzata della prima casa è valido solo se il creditore è lo Stato, oppure un ente locale o una pubblica amministrazione e le somme vengono riscosse dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione o da una società di riscossione locale. Inoltre, la non pignorabilità della casa viene garantita solo se vengono rispettati dei precisi criteri economici ed abitativi, ovvero:
- la casa non deve esse classificata come abitazione di lusso;
- la casa deve essere la residenza anagrafica del soggetto debitore;
- il debitore non deve avere altri immobili a lui intestati (siano essi acquistati oppure ereditati);
- le somme dovute non devono essere superiori ai 120.000 euro.
Come evitare il pignoramento della prima casa
Nel caso in cui il creditore sia un soggetto privato (e tra questi figurano anche le banche), la prima casa può essere espropriata. In questi casi il debitore può evitare di perdere la sua abitazione ricorrendo alla Legge Salva Suicidi (legge 3/2012), che consente, tramite decisione del giudice o accordo con i creditori, di ridurre notevolmente il debito per i più gravi casi di indebitamento. In alternativa può cercare di rinegoziare il debito, così come previsto dal Decreto fiscale 2020. C’è anche la possibilità di rivendicare il diritto di abitazione, facendo appello agli articolo 1021-1025 del Codice Civile.
Anche in caso di pignoramento c’è comunque una possibilità di salvare la casa: questa possibilità è legata alla mancata vendita dell’immobile all’asta. Infatti, se non ci sono sono offerenti, il giudice può disporre la riduzione della base d’asta del 25%, per arrivare fino alla chiusura anticipata della vendita. In questo modo si chiude anche l’esecuzione forzata e la casa è salva. Ovviamente si tratta di un caso limite: non è molto facile che accada, ma è comunque una chance da tenere a mente.