Prestito tra privati senza garanzie: è legale? Come e quando si può richiedere?
Quando si ha bisogno di una determinata somma per far fronte ad una necessità oppure per dar vita ai propri progetti spesso si ricorre ai finanziamenti. Non sempre però è possibile ricorrere ai canali tradizionali degli istituti di credito: il prestito tra privati senza garanzie può essere la soluzione? Cerchiamo di capire se si tratta di un’opzione legale e quando si può richiedere.
L’alternativa al classico finanziamento da banche e finanziarie
Per riuscire ad ottenere un prestito dalle banche e dalle finanziarie è necessario fornire ampie garanzie sia in termini di solidità che in termini di affidabilità. Questo significa che il richiedente deve dimostrare di avere un buon reddito e di non essere un cattivo pagatore, o, peggio ancora, protestato. Chi non ha una busta paga (o un altro documento di reddito)e chi ha avuto qualche difficoltà di rimborso in passato molto difficilmente riuscirà a convincere la banca ad accogliere la sua richiesta.
Potrebbe avere qualche chance se ci fosse una persona che sia disposta a fare da garante, ma non è semplice trovare qualcuno che si impegni a pagare le rate di rimborso nel caso in cui il debitore principale si dimostri inadempiente. Si deve quindi rinunciare definitivamente all’idea di richiedere un finanziamento? Non è detto: si possono prendere in considerazione delle alternative, tra cui il prestito tra privati.
Come funziona il prestito tra privati: è legale?
Ci sono molto dubbi in merito al prestito tra soggetti privati: anche se si tratta di una pratica che esiste da sempre, molti si chiedono se sia una cosa legale. Eliminiamo subito questo dubbio: il prestito tra privati, siano essi parenti o amici, è legale. Questo però non significa che non ci siano delle regole da rispettare. Nella maggior parte dei casi si ricorre ai prestiti tra privati quando si deve affrontare una spesa più o meno urgente e di entità abbastanza contenuta.
Quando però le cifre in ballo sono più consistenti è necessario fare le cose per bene, formalizzando l’accordo secondo quanto indicato dalla legge. La formula più diffusa è quella della scrittura privata: come previsto dall’articolo 1813 del Codice Civile, il contratto deve essere stipulato in duplice copia. Anche se non deve essere autenticato da un notaio e non è prevista la registrazione, il contratto andrebbe mostrato ad un avvocato, che verificherà la presenza di tutti i requisiti minimi di validità.
Il contratto di finanziamento e il caso dei prestiti tra coniugi
Il contratto di prestito tra privati deve indicare i dati anagrafici corretti delle due controparti, la somma prestata, la modalità di restituzione, l’eventuale tasso di interesse concordato, la data, le firme e la dicitura “contratto di mutuo ex articolo 1813 Codice Civile”. Il prestito tra privati è uno strumento molto interessante perché offre ampia flessibilità ai soggetti coinvolti: se tra il richiedente ed il creditore esiste un rapporto di fiducia (cosa non rara quando le due parti sono parenti o amici stretti) il prestito può essere anche infruttifero, ovvero senza interessi, o addirittura senza garanzie.
Un discorso a parte va fatto per il prestito tra coniugi: in questo caso il prestito è ammesso anche senza rimborso, perché non si tratta di un vero e proprio finanziamento, ma di un’espressione di mutuo aiuto tra solidali; la restituzione in questo caso avviene su base volontaria e non sono necessarie garanzie.