Preventivi avvocato: come calcolarli? Che fattori considerare?
Molte persone quando si trovano nella necessità di trovare un avvocato scelgono il professionista in base ad alcuni fattori: se non si conosce qualcuno che svolge questo mestiere, si cerca di sondare le possibili alternative tenendo conto di quelli che sono le reputazione (e quindi le effettive competenze) ed i costi. Già, ma a quanto ammontano questi costi? Cerchiamo di capire quali sono le variabili che incidono nel calcolo dei preventivi di un avvocato.
Come si determinano i preventivi dell’avvocato
Per poter calcolare il suo preventivo, l’avvocato deve innanzi tutto capire in cosa consiste la prestazione professionale che occorre al suo potenziale cliente. Quindi, prima di tutto, l’assistito deve spiegare per bene la sua problematica al professionista, in modo che questi possa capirne la natura ed individuare le possibili soluzioni. In tal modo può riuscire a determinare quella che sarà l’entità della sua prestazione, che è data dalla valutazione della complessità della materia, dalle risorse di tempo e di denaro necessarie per trovare la soluzione, dalla ricerca di rimedi in via stragiudiziale e altre variabili.
La legge obbliga l’avvocato ad informare il suo assistito di tutti gli oneri ipotizzabili in base alla complessità della prestazione. Deve anche consegnare un documento scritto che riepiloghi la possibile entità del costo del suo operato: i preventivi dell’avvocato sono molto analitici perché devono distinguere in modo chiaro gli oneri e le altre spese da quello che è il compenso del professionista. Ovviamente il preventivo può subire delle variazioni in corso d’opera: può capitare, ad esempio, che si possano aggiungere delle voci di spesa non preventivate o che altri oneri già incluse nel calcolo non siano più necessari.
I fattori che incidono sul calcolo del compenso del professionista
Il compenso dell’avvocato è quindi solo una parte del preventivo complessivo. Secondo la legge, la pattuizione di questo compenso è libera, nel senso che il professionista ed il suo assistito possono mettersi d’accordo in merito all’entità, alle modalità di pagamento ed alle tempistiche di corresponsione del compenso. La pattuizione avviene per iscritto nel momento in cui l’assistito sottoscrive il mandato. Ma al di là della contrattazione tra il professionista ed il cliente, il compenso si basa soprattutto su dei precisi parametri, così come indicato dal DM 55/2014.
I fattori determinanti nel calcolo del preventivo e della parcella sono tre, ovvero competenza, valore della controversia e fasi della controversia. Dopo aver sentito il suo assistito, l’avvocato deve riuscire ad individuare l’autorità competente per la soluzione della problematica (che potrebbe essere il giudice di pace, il tribunale o altro) ed a stabilire il valore della controversia. Deve poi tenere conto delle singole fasi della controversia stessa, che può partire dalla fase di studio per arrivare fino alla fase decisionale, in modo da definire il costo complessivo della prestazione.