Quanto si guadagna da un investimento
Non è facile parlare in generale di quanto si può guadagnare da un investimento, perché ogni tipologia di investimento offre differenti opzioni di guadagno. Si possono però riferire le “fonti” di tale guadagno, per utilizzare un termine abbastanza generico. Per fare un esempio pratico: se compro un appartamento oggi e lo rivendo tra 10 anni, quando il suo valore sarà aumentato del 10%, guadagno da questa vendita il 10% del valore dell’appartamento, cui dovrò sottrarre le spese da sostenere per la manutenzione e aggiungere l’eventuale affitto riscosso nei 10 anni trascorsi.
Guadagnare da un investimento a lungo termine
Quando si parla di investimenti a lungo termine la questione è ancora più complessa, in quanto si possono decidere di ritirare ogni anno gli interessi maturati, o di reinvestirli sommandoli al capitale. Facendo questo calcolo per un anno la questione è molto semplice e lineare; ma se mantengo l’investimento a lungo come posso oggi valutare quale sarà la somma che otterrà fra 10, 20 o 30 anni? Si parla in questi casi di interesse composto, si tratta appunto della somma degli interessi offerti dall’investimento con in più il riporto annuo degli stessi nel capitale. Esiste una formula per calcolare l’interesse composto, è abbastanza semplice e chiunque la può utilizzare. Si utilizza nel caso in cui ci venga proposto un investimento con interessi garantiti di anno in anno; con la formula per il calcolo dell’interesse composto possiamo comprendere quanto sia più o meno interessante reinvestire di anno in anno gli interessi ottenuti.
Guadagnare dai titoli azionari
Nel caso dei titoli azionari il guadagno è una questione abbastanza aleatoria. Solitamente chi fa compravendita di azioni fa molta attenzione a quali acquistare e alcune le rivende dopo poco tempo, quando il mercato si è alzato e dà cenni di potersi abbassare. In questo modo si ottiene una plusvalenza, ossia la somma ottenuta dalla vendita meno quella spesa per l’acquisto. Se il mercato non è stato particolarmente clemente o abbiamo fatto un errore di valutazione nello scegliere il titolo da acquistare, allora ci troveremo con una minusvalenza, quindi con una perdita sul capitale utilizzato per l’acquisto. Si deve però considerare anche che molti titoli azionari danno diritto a ottenere i dividendi, una sorta di bonus che la società offre agli investitori. A volte sono i dividendi molto elevati che spingono gli investitori a prediligere alcuni titoli rispetto ad altri. In tutte le compravendite il guadagno funziona in questo modo, osservare l’andamento del mercato risulta essenziale per decidere di vendere o di conservare l’asset acquistato.
La tassazione e le spese
In Italia le normative richiedono ai cittadini il pagamento di una tassazione pari al 26% di quanto guadagnato da un investimento. Solitamente le banche versano tali somme a nome dei propri clienti, nel momento in cui mobilitano il capitale rivendendo titoli, quote di fondi o altri strumenti finanziari in loro possesso. Vi sono poi spese di vario genere, il cui ammontare dipende direttamente dall’intermediario cui ci si rivolge per fare affari. Alcuni offrono spese minime, da calcolare per ogni singola transazione effettuata; altri invece richiedono un pagamento annuale a forfait. Ci sono poi ulteriori tasse da pagare per conti correnti, conti gestione titoli e altri prodotti finanziari, come avviene per i conti deposito. Solitamente si tratta però di somme molto contenute. Anche per quanto riguarda questo tipo di tassazione si deve però considerare l’intermediario specifico. Alcune banche offrono ai propri clienti conti deposito a costo zero; altre richiedono il pagamento dell’imposta di bollo solo ai clienti che possiedono sul conto una elevata quantità di denaro. Per questo, prima di attivare un servizio di investimento è importante informarsi sui costi ad esso correlati.