Richiesta risarcimento danni: quando è possibile farla? Che procedura seguire?
Il nostro ordinamento prevede degli strumenti di tutela per chi subisce eventi lesivi. Questo significa che chi ha subito un danno può chiedere il risarcimento al soggetto che l’ha causato, ottenendo una somma di denaro che possa compensare le conseguenze negative legate al danno stesso. Ma è sempre possibile? Cerchiamo di capire quando si può fare una richiesta di risarcimento danni e qual è la procedura da seguire per ottenerla.
Le responsabilità e i danni risarcibili
Il soggetto che causa il danno può essere addebitato di:
- responsabilità contrattuale, ovvero quando viene violato un adempimento previsto da un precedente patto tra le parti (il classico esempio è la mancata consegna delle merci da parte di un fornitore che si era impegnato siglando un contratto);
- responsabilità extracontrattuale, ovvero quando viene violato il generico dovere di non ledere la sfera giuridica altrui; in pratica si parla di qualsiasi atto doloso o colposo che possa procurare un danno ingiusto.
In alcuni casi le due tipologie di responsabilità possono concorrere, ma sono disciplinate in modo molto diverso per quanto riguarda l’onere della prova, i danni risarcibili e le tempistiche di prescrizione del diritto al risarcimento.
Per capire quando è possibile fare una richiesta di risarcimento danni, prima di tutto bisogna sapere quali sono i danni risarcibili. È possibile fare una distinzione tra due categorie di danno, a loro volta distinte in altre sottocategorie:
- Danno Patrimoniale, che consiste nelle conseguenze economiche immediate e dirette dell’inadempimento della controparte; se ne possono individuare due categorie, ovvero
- danno emergente (perdita economica);
- lucro cessante (mancato guadagno);
- Danno Non Patrimoniale, ovvero danno che non tocca direttamente il patrimonio del soggetto, ma altri aspetti; rientrano in questa categoria
- danno biologico (lesioni dell’integrità psico-fisica, dimostrabili con perizia medico-legale);
- danno morale;
- danno esistenziale (peggioramento della qualità della vita della persona danneggiata).
Attenzione però: non tutti i danni possono essere risarciti. Si può fare una richiesta di risarcimento danni solo quando tra l’evento lesivo ed il danno esiste un nesso di casualità. In altre parole, il danno deve essere una conseguenza diretta ed immediata dell’evento lesivo.
Le forme di risarcimento
Il risarcimento può avvenire in tre diverse forme. Avviene in forma specifica se il danneggiato chiede che il responsabile sia obbligato ad eliminare la causa del danno e ripristinare la situazione che c’era prima dell’evento; ad esempio, si pensi al vicino di casa che deve eliminare i danni causati dalle infiltrazioni di acqua provenienti dal suo appartamento. Se non è possibile ricorrere alla forma specifica, il danno può essere risarcito in forma equivalente: in pratica l’autore dell’evento lesivo dovrà pagare al danneggiato una somma di denaro che rappresenta una quantificazione monetaria del danno; esempio classico: il pagamento dei danni subiti da un’auto in seguito ad un incidente. Infine c’è il risarcimento in via equitativa, a cui si ricorre quando c’è un danno, ma non è certa la sua entità; il giudice, considerando le difficoltà di quantificazione del danno stabilisce il risarcimento tenendo conto del caso specifico e ricorrendo alla comune esperienza.
La procedura della richiesta di risarcimento danni
Di solito la richiesta di risarcimento danni avviene dopo che il danneggiato invia una lettera al danneggiante: in questa comunicazione (la cui redazione viene solitamente affidata ad un avvocato) vengono descritte la dinamica dei fatti ed il danno subito ed è contenuta la richiesta di risarcimento ed un temine entro il quale provvedere. Il danneggiante, una volta ricevuta la lettera può decidere se versare quanto richiesto oppure avviare una trattativa per chiudere la vicenda in maniera “privata”. Se le parti non trovano un accordo, il danneggiato potrà citare in giudizio la controparte: le parti saranno obbligate a cercare ulteriormente di trovare una risoluzione stragiudiziale della loro lite (attraverso la mediazione o la negoziazione assistita), ma se falliscono la decisione finale verrà presa dal giudice.