Rinegoziazione mutuo: di che cosa si tratta? A cosa serve e come si effettua
Il mutuo è un finanziamento caratterizzato da lunga scadenza: nel corso del tempo può capitare che le condizioni applicate sul mercato cambino, e che quelle previste dal proprio contratto siano penalizzanti.
In questi casi, soprattutto se mancano ancora tanti alla fine del piano di rimborso, per il mutuatario potrebbe essere conveniente chiedere alla banca la rinegoziazione del mutuo. Scopriamo di cosa si tratta e come si effettua, sottolineando la differenza tra rinegoziazione e surroga.
Definizione e differenze con la surroga
Partiamo, come sempre, dalla definizione. La rinegoziazione mutuo è quell’operazione attraverso la quale, su richiesta del mutuatario, vengono riviste le condizioni del finanziamento previste dal contratto in corso. I dettagli che possono essere cambiati con la rinegoziazione sono il tasso di interesse e lo spread, la durata del contratto o il tipo di tasso applicato (passaggio da tasso fisso a tasso variabile o viceversa). Anche se spesso le due operazioni vengono confuse, la surroga è qualcosa di profondamente diverso: mentre la rinegoziazione consiste nella variazione di alcuni aspetti di un contratto in essere, la surroga consiste nella sostituzione di quel contratto con uno nuovo, che può essere sottoscritto anche presso un’altra banca.
Altra differenza importante: la rinegoziazione del mutuo è un’operazione praticamente a costo zero, perché porta ad una semplice modifica delle condizioni contrattuali. La surroga invece comporta dei costi: la legge Bersani del 2007 ha sancito la gratuità del passaggio ad un nuovo finanziamento (niente costi notarili), ma ci sono comunque 35 euro di tassa ipotecaria da pagare. La banca naturalmente può rifiutarsi di rinegoziare il mutuo (a meno che questa opzione non sia espressamente prevista dal contratto): in caso di rifiuto il mutuatario può tranquillamente decidere di trasferire il suo finanziamento presso un altro istituto che gli propone condizioni migliori.
A chi viene concessa la rinegoziazione del mutuo
Solitamente le banche sono più disposte ad accettare le richieste che provengono dai cosiddetti clienti di qualità. Rientrano in questa categoria i mutuatario che hanno sempre pagato con regolarità le rate di rimborso, che magari sono titolari presso la stessa banca di altri prodotti (ad esempio il conto corrente o il conto titoli). Pur di non perdere dei clienti così affidabili gli istituti di credito possono decidere di andare incontro alle loro richieste: sanno bene che un rifiuto spingerebbe i mutuatario a rivolgersi ad altre banche, quindi meglio evitare rischi del genere.
Le cose ambiano se il debitore mostra qualche difficoltà nel rimborso: la perdita di clienti poco affidabili non viene considerata un danno troppo grave; in questi casi gli istituti solitamente rifiutano la richiesta di negoziazione, o al massimo concedono un allungamento del piano di rimborso, con conseguente riduzione dell’impegno mensile. In questo modo le rate diventano più sostenibili anche per chi si trova in difficoltà: il debitore ha più possibilità di pagare le rate con regolarità e l’istituto di credito non perde il suo cliente.
Come si richiede la rinegoziazione
Per richiedere la rinegoziazione mutuo bisogna inviare alla propria banca una raccomandata A/R; nella lettera il cliente deve indicare le condizioni che vorrebbe modificare. Se la banca accetta le richieste, il contratto viene rivisto, altrimenti rimane tutto com’è. La rinegoziazione è sempre gratuita, quindi la banca che la concede non può addebitare costi aggiuntivi o togliere gli eventuali benefici fiscali previsti dal contratto; le garanzie prodotte per la stipulazione del contratto originario rimangono valide anche dopo la rinegoziazione perché, lor ribadiamo ancora una volta, il contratto rimane lo stesso.